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(...) Questo è
il contenuto di “Diletta Sposa”, poemetto in forma di preghiera fiduciosa
rivolta alla Sposa, figura realistica, terrena, ma anche guida celeste, Beatrice
dantesca, dolce creatura che esprime l’essenza ambigua dell’Amore, il quale può
essere infatti portatore di luce spirituale o di tenace attaccamento ai sensi.
Il Poeta, consapevole di essere attratto dalle luci seducenti del mondo e
soprattutto legato alla Sposa con tenaci fili di desiderio carnale per il
ricordo nostalgico delle gioie inebrianti vissute con lei, la prega, in
previsione della propria morte, di aiutarlo a dimenticare proprio il desiderio
di lei per poter raggiungere il Regno di luce promesso ai virtuosi. Quando
infatti avrà chiuso gli occhi nella morte dichiarata dai medici, sappia la
Diletta che egli si troverà in uno stato di morte non totale; gli sia allora
vicina con l’energia radiosa del suo amore esortandolo a dimenticare le dolcezze
della loro unione; dovrà essere “Angelo e Guida” nel difficile passaggio
attraverso la Vita Intermedia, dovrà sussurrare al suo orecchio spirituale,
ancora desto, le antiche esortazioni dei Sapienti affinché possa distaccarsi dal
mondo e vivere una nuova nascita nella Luce.
Questa di
Veniero Scarselli è da una parte una riflessione razionalistica con cui tenta
un’avventura teleologica assumendo liberamente la mistica buddista dal “Libro
Tibetano dei Morti”, e dall’altra una invocazione umanistica al lucido abbandono
al salvifico sentimento d’amore. (...) Con uno stile fluente e meditativo, il
poemetto è svolto in forma poetico-narrativa mediante la tecnica del “Tu”
esortativo e colloquiale rivolto alla Sposa, figura realistica ma anche simbolo
dell’ambiguità terrena e spirituale dell’amore. I temi dell’Amore, della Morte e
della Salvezza possiedono una precisa risonanza sul piano della scelta
linguistica: le parole sono infatti cristalline, nonostante la complessità
morale che si esprime nel dramma interiore tra la nostalgia per le gioie
dell’amore terreno, che impedisce l’ingresso alla vera salvezza, e l’anelito a
sconfiggere la schiavitù del Karma proprio con l’aiuto dell’amore sublimato
della Sposa. Il ritmo accorato della versificazione esalta il racconto
allegorico, il sogno poematico di uno spazio estremo di salvezza dove con
l’aiuto dell’Amore l’uomo possa uscire dal tunnel di tenebre del trapasso, che è
la cosiddetta Vita Intermedia, e possa rientrare nella Vera Luce di Dio.
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Recensione |
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