| |
Un
simpatico affresco è questo libro di Francesco Capomazza che nelle pagine
ripercorre, a ritroso, nel solco di una memoria spumeggiante gli anni della
propria giovinezza: ed in questo arco di tempo affiorano gli anni del
dopoguerra, lo scenario di una Italia in rovina e da ricostruire, con una
cronaca che prende l'anima dove i sentimenti scorrono fluidi come acque
torrentizie.
E nel solco della memoria riappaiono volti cari dei parenti, degli zii, degli
amici; e fanno capolino i primi amori teneri e delicati, le prime tenerezze.
Lo scrittore ha ricostruito una sua vita. Lo ha fatto con limpidità di
accenti, rendendo omaggio all'età verde, quella che lo ha visto maturare nei
rapporti col mondo che lo circondava. Ed ha consentito di immaginare di entrare,
al lettore, in un lungo cammino pieno di energie e di insegnamenti.
| |
 |
Recensione |
|