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I cieli di San Pietroburgo
Igino Creati, personalità a tutto tondo, è organizzatore di
grandi eventi culturali i quali, da sempre, aggregano noti personaggi del
panorama letterario internazionale, oltre che docente amato dagli studenti per
il dialogo interattivo fra generazioni, e, soprattutto, in I cieli di San
Pietroburgo (Tracce), poeta di teneri affetti, sensibile agli
ideali di pace, di solidarietà e al mondo giovanile.
Le sue opere hanno meritato profili critici importanti, come quelli,
fra gli altri, di Mario Luzi, Walter Mauro, Emerico Giachery e Luciano Luisi, il
prefatore di questa splendida silloge. In un tempo nel quale sembrano prevalere
l’indifferenza e la disaffezione sui sentimenti umani, l’incontro con pregevoli
liriche, che non sono soltanto una raccolta, ma un intenso “poema d’amore”,
riscalda il cuore e restituisce chiarità e speranza all’anima ferita dalle
ingiurie e dalle sottrazioni imposte da una quotidianità troppo spesso ostile.
Già l’impatto cromatico con lo sfondo azzurro della suggestiva immagine
di copertina evoca nel cielo della bellissima San Pietroburgo una spiritualità
capace di dissolvere le nubi e di risarcire assenze e lontananze. Un azzurro
speculare del cielo e del mare di Pescara, ponte ideale a unire le due città,
sul quale si dipana un diario d’anima e di vita, di cuore e di ragione, che dal
privato si apre all’altro da sé in una visione allargata.
Il poeta dedica in esergo il libro ai propri affetti,però ogni lettore può
riconoscersi in emozioni universali. Le poesie sono strutturate in tre parti,
intimamente connesse da un legame che riverbera la migliore tradizione classica,
quella dantesca “che move il sole e l’altre stelle”, o francescana preghiera, o
agostiniana inquietudine che conduce a valutare i quesiti esistenziali con il
parametro dell’intelletto: “Dacci a poco a poco | l’antico sorriso senza
inganni […] dietro i sogni | dentro ogni verità […] senza abbagli […] il senso
giusto delle cose | la loro serena lucentezza”.Come da una nota critica di Mario Luzi, i testi di Igino Creati sono disseminati
di dubbi e angosce in alternanza con sprazzi di felicità, quasi a ricordare che
è questo il prezzo di ogni amore. La versificazione libera, in cui è presente
l’endecasillabo, il metro per eccellenza della poetica italiana, racconta una
storia palpitante di gioie e malinconie intorno a una figura femminile, da una
prospettiva che non si limita a descrivere un mondo intimo,e in cui la parola
si fa logos della coscienza collettiva, attenzione alle realtà avvilenti, sforzo
da compiere insieme con altri settori della vita sociale e politica per un
futuro migliore in cui i giovani di oggi possano trovare certezze. Ogni prima
lirica delle sezioni in cui si suddivide la silloge è dolcemente rivolta alla
piccola figlia, sembra voler chiedere scusa del senso delle cose tramandato così
com’è, rinsaldare il vincolo affettivo nell’anelito di restituire “la vita
che manca” alla solitudine e allo smarrimento. Eterno Ulisse fra “approdo
o una nuova partenza”, nella perlustrazione inquieta di una scia labile su
un altro parallelo, dice: “Oggi più di ieri so che tu, o diverso | sei
l’unico Paese possibile | lo spazio d’anima verso cui | desidero andare
| anche
da solo se occorre […] non basta l’odio degli altri – sai? – ad annientarti
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per il riscatto – il tuo il nostro | di questa intera civiltà che veloce ci
consuma. | Per me sei uscito dal margine per sempre | perché un poco mi somigli”.
Il libro non finisce con l’ultima pagina, continua a vivere negli interrogativi
aperti sul significato stesso dell’esistenza, sul perenne dualismo che
contrappone la logica razionale alle ragioni del cuore e del loro essere. Verso
dopo verso, un crescendo lirico avvolge nella commozione del pensiero, nel: “Vorrei
– tu e io passati ad altre età – | raccogliere intorno a una cena | non solo
memorie e brividi d’attesa | ma qualche verità | che sposti l’orizzonte
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invadere di noi e diradare | come oggi fa il cuore | le nebbie del mattino”.
O, nell’eco di un passo che transita lieve sul cuore in esilio, difendere e
illuminare un ritorno in cui: “muteranno non solo le parole | la verità il
sottofondo | che ora genera armonia | avrà un punto di saggezza | la tua
identità | e forse tutto quello che già sai”.
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Recensione |
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