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Il Signore gioca a pallaIl Signore gioca a palla, pagina dopo pagina, con la potenza dei sentimenti sembra accompagnare il lettore a un simbolico fonte battesimale, lavacro di rigenerazione dopo il percorso della malattia, rinnovamento e illuminazione dello spirito nel segno di una profonda religiosità alimentata da “un amore che non avrà mai fine”. L’opera, dedicata in esergo dall’Autrice al padre scomparso, si dipana in toccanti capitoli modulati da emozioni e affetti: “amicizia, fratellanza, accoglienza, guarigione, crescita spirituale, amore coniugale, materno e filiale, accettazione della sofferenza e di ciò che è incomprensibile all'uomo, parla insomma di quell'incredibile avventura che è l’esistenza”.
La trasparenza dei sentimenti, la ricerca di significati, la certezza della fede condivisa da tutti quelli che, in qualche modo, hanno sperimentato il dolore e il miracolo del recupero della salute testimoniano che: “Basta avere il cuore aperto a ricevere, basta fare spazio dentro di noi, quello spazio che solo i bambini sanno riservare al Signore, perché per loro è ancora normale che Qualcuno sussurri loro parole piene di pace”. E proprio Ilaria, con lo stupore della sua limpida sensibilità, attraverso la sofferenza ha imparato a percepire un mondo di trascendenza e a dialogare con gli angeli e con Dio. Siamo di fronte all’impenetrabile, al mistero dei misteri cui la nostra mente si rivolge timorosa e confidente. Il senso dello stupore della fede ci rende consapevoli della nostra imperfezione e dell’esistenza del dolore nel mondo, ma, più di tutto, della meravigliosa bellezza della vita.
Il Signore “arriva sempre al momento giusto,
quando più c’è bisogno. E non si preoccupa del giudizio degli altri: stare
vicino ad un bambino può voler dire anche solo aiutarlo a giocare a palla
rilanciata”.
Nel romanzo si ritrovano, in un ideale seguito,
tanti diversi e sostanziali personaggi già incontrati nel libro della Palleri
Ali di farfalla, che tanta commozione ha saputo suscitare nei
lettori: bambini ormai cresciuti come la stessa Ilaria, protagonista degli
straordinari fatti narrati nel libro, mamme, legami di amore, dolore e amicizia
nati nel ritrovarsi in reparto e in day hospital, luogo ancora frequentato, e,
soprattutto, i fratelli, il papà, i nonni, in un’empatia che coinvolge tutti.
La fede nasce da un incontro d’Amore e nell’Amore che nutre la speranza manifesta tutta la salvifica verità del Signore che supera le nostre pene e le nostre debolezze. Solo chi ha conosciuto la vampa di questo Amore sa comunicare agli altri il vivere la fede come meraviglioso dono che conduce alla salvezza dell’anima.
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