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Le punte del cerchio
Le punte del cerchio ovvero “Il Paradiso siamo noi.
| Se noi siamo
il Paradiso, | non oso immaginare l’Inferno.”: è questo l’emblematico
incipit dell’opera prima di Giampiero Margiovanni, il giovane e promettente
autore che, con deciso accento lirico, percorre metaforicamente ricorrenze già
accadute “per poter formare un giorno | un’opinione in futuro”.
Lo stupore “che vale più di mille parole”, pur battuto da un
vento devastante e lacrime di sangue cadute su aspettative crollate, si fa
testimone del “vivere ogni attimo | Come se fosse l’ultimo” perché “l’unico
sbaglio rimane quello | di non fare”.
Le liriche della raccolta, coerentemente unificate in un simbolico
tragitto, riverberano emozioni e sentimenti di “Amore, amicizia, rispetto,
[…] Per evitare che tutto si dissolva | nel nulla”.
Su sprazzi di ricordi d'infanzia e scenari realisticamente
metropolitani “come le ciminiere sui tetti”, l’omertà e l’incoerenza
regnano sovrane e magra è la consolazione, ma il realismo, tradotto in pensiero
poetico, evoca un’indagine introspettiva e lessicale di approdo e di saggezza,
per tornare “nell’attimo di pace”. Margiovanni sperimenta una vasta gamma
di emozioni, espresse con sensibile inquietudine e intervallate da pause di
speranze, che infrangono la tensione di “un silenzio assordante” in “una
storia, | ancora una volta, | ancora in rima”.
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Recensione |
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