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Nota critica a
Dicotomie
di Nazario Pardini
la
Scheda del
libro

Daniela Quieti
“L’azzardo dei confini” o “la voglia d’altro” che trascina verso un
mare ignoto, “l’amore che strugge la carne” e alita “suoni e incantamenti” oltre
il grido “tetro delle guerre”. Suoli assolati o innevati declivi evocano nuove
mani tremolanti e insicure di fanciulle che si aggirano in insidiosi boschi
metropolitani, altre voragini di padri e madri con i figli accalcati ai barconi,
umanità disperata che fugge con croci da sradicare in miraggi di cieli aperti.
Poesia fortemente lirica e partecipe, questa di Nazario Pardini, che da
storie e sentimenti di un tempo della memoria rimanda echi di attuali disastri,
immagini quotidiane dei telegiornali di esodi in cerca di approdi e speranze per
riaffermare la vita oltre la tragedia di conflitti iniqui e carestie. Un canto
appassionato, dunque, che non dimentica, e che si fa consapevole condivisione a
immagine e somiglianza con le diversità del nostro millennio.
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Materiale |
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