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Frange di vitaL’inno dell’universo / si accordò al cuore / e sciolse il gelo della ragione… Profilo biografico da annettere all’articolo.
Le sezioni coprono un arco di tempo che va dal 2004 ad oggi, accorpando liriche scelte da sillogi già pubblicate, per siglare con il nuovo titolo i recenti vissuti poetici che trovano un prezioso corredo figurativo nelle immagini dei suggestivi dipinti del rinomato artista Francesco Romoli, umbro di origine, residente a Pesaro, parente dell’autrice. Felice è la sintonia che intercorre, in omaggio alla sororità fra le Arti, tra gli studiati ed ariosi soggetti pittorici, con prevalenza paesaggi, e la consonanza dell’ispirazione ora veridica, ora metaforica della parola nel rapporto significante tra anima e spettacolo dell’esistente. Le poesie rispondono ad una poliedricità di contenuti evocativi secondo una cadenza stilistica neoromantica di sobria e acuta compostezza che cela la inesausta ricerca di autenticità per lo spirito umano. Nei versi trapela il culto degli affetti, la riesumazione nostalgica di ricordi d’infanzia, l’esaltazione della creaturalità nell’afflato immersivo con un naturalismo polifonico e multisensoriale, ammirato e descritto nella flora e fauna autoctona. Campeggiano rigeneranti vedute nella metafisica degli spazi contemplati: campestri, marini, cittadini,paesistici, in località di viaggi compiuti fino all’amata Toscana con la sua inestimabile città del Giglio. Circostanze visive che si tramutano in scenari d’anima nella delicata drammaturgia dei sentimenti e della coscienza aperta al Mistero: … la ragione intorpidita / in vertiginosa ascesa….nel bacio eterno del cielo… , toccando apici esistenziali di religiosità intima e dichiarata. Il crogiolo delle percezioni cognitive ed emozionali incontra nel reale la magia del sogno, riesumato dall’autrice quale alcova di desideri inespressi, così come si insinua il richiamo alla persistenza evocativa del vento, quale agente atmosferico “vate” ad intridere le trame dei simbolismi introspettivi. La contemplata biodiversità naturalistica si tinge di istanze etico-sociali quando il verseggiare interpreta le criticità ambientaliste, i vizi e virtù dell’umana specie nelle sue nefandezze, nei suoi dissesti materiali e morali in orbita planetaria per trasalire alla luce verso l’anelito a spazi cosmogonici e siderali: Cerchiamo il punto luce /… unione di contrari / necessità d’amore. Augusta Romoli, autonarrandosi nella cospicua densità dei suoi frammenti lirici , dimostra di accogliere l’invito etico del poeta statunitense Walt Whitman, a 125 anni dalla morte, che ci richiama: “ Fate la vostra parte verso l’eternità / piccola o grande che sia…”, nel compiersi di una vocazione al trascendente insita nella razza umana.
Francesco Romoli, Canneto, olio su tavola, 2007. Dalla lirica: “Madrigale” … il canneto fremente / di vita …sola ascolto/…l’ala del mio sguardo / nell’infinito riposa. |
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