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EsistenzaAntonietta Benagiano, scrittrice di chiara fama, si fa dono con il poemetto “Esistenza”, il cui senso è racchiuso nell’esergo: Come ombra nel fiume l’esistenza / scompare al calar della notte nera / tutto quaggiù nel sorgere è finire. Il destino transeunte dell’esistenza scritto nel suo sorgere. Nel momento, in cui nasciamo, siamo destinati alla morte.
In “Esistenza” la Benagiano nasconde la sua amarezza sotto un velo di ironia: Perso ha l’homo sapiens le sue ali … millenaria del sapiens mala storia / in ogni era creatore eccelso / d’opere e di pensiero e canto / e assassino truce del bello / d’ogni natura barbaro piccone. E all’arroganza, l’hybris dei Greci, dell’homo sapiens, che ha violato l’equilibrio dell’ecosistema, rendendo pattume acqua, terra, cielo, ha risposto la rivolta della natura, suscitando da sempre epidemie e pandemie. Proteso verso le categorie dell’utile e del profitto, l’homo sapiens, smarrita la sapienza, ha ammantato il malaffare di umanitarismo… Ed è l’affarismo legge globale / pur se d’ umanitarismo s’adorna / l’associazionismo ad infinitum. Omologazione ovunque stravince, uccidendo il libero pensiero e l’ homo technologicus è schiavo delle macchine, da lui stesso create. In una terra ormai “desolata” solo all’arte e alla religione è dato di attingere l’Assoluto e ritrovare il connotato perduto della speranza. L’antidoto alla confusione, al marasma, alla distruzione è nell’Armonia foscoliana che vince di mille secoli il silenzio. All’unisono con la Religione, con la Fede, ancore di salvezza, “per una palingenesi universale”, come sottolinea, Roberto Pasanisi, acuto prefatore. Salvaci. Ciascuno da sé stesso salva = Paradiso è la terra col Divino.
[1] A. Benagiano, Anormalità normale”, Besa Editrice, 2007; L. Rocco Carbone, Editoriale in “Silarus”, fasc. 251-252, maggio-giugno 2007. |
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