Trittico.
Omaggio a Franz Schubert, Clara Wieck Schumann, Pyotr Ilyich Čajkovski
La sensibilità lirica di Maria Grazia Carraroli, autrice di limpidi versi
premiati in importanti concorsi letterari, inseriti in antologie scolastiche,
declamati in programmi radiotelevisivi e in reading poetici si fonde con la
profonda conoscenza e la passione per la musica, donandoci un’opera
assolutamente originale ed innovativa: "Trittico". Tre musicisti: Schubert,
Schumann, Cajkovskij, diventano oggetto dell’afflato lirico di Maria Grazia,
che mette in luce il dolore di vivere di Schubert, la disperazione di Schumann,
l’inquietudine di Cajkovskij, percependone le sfumature più intime dell’anima,
le emozioni della creatività con un coinvolgimento ed una immedesimazione
empatica straordinaria.
La poesia, la parola per eccellenza, diviene colore, suono, ritmo in un
armonico abbraccio tra le arti sorelle.
I cromatismi dei sentimenti dell’anima si fondono con la melodia struggente
delle note. Acutamente Giuseppe Baldassarre nella prefazione nota:
…la parola è
permeata dall’armonia musicale… Il sentimento suscitato dalla musica è la corda
principale della composizione poetica. Musica e sentimenti continuano a vibrare
nel Verso scritto. Come dire, note dello spartito
dell’anima e note dello spartito musicale si fondono nell’armonia del verso,
suscitando echi e vibrazioni profonde. E l’autrice, acuta interprete di se
stessa, definisce il testo "spartito musicale in parole".
Il percorso lirico di Maria Grazia si snoda nei nove quadri del poemetto "Winterreise"
(Viaggio d’inverno):
Pianoforte,
Viandante, Città, Festa, Canto, Padre, Donna, Madre, Incompiuta.
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Momenti musicali intervallano le sezioni, esprimendo lo stato d’animo che
Schubert riversa nella musica: la disperazione del viandante solitario nel
paesaggio invernale.
Maria Grazia si immedesima nel tormento esistenziale del musicista dimidiato
tra dolore e amore, inferno e cielo. Schubert anela all’infinito in un’ansia
inesausta di
Oltre e di
Altrove.
Solo nella musica, diretta emanazione dell’anima, trova una pausa alle
ambasce del quotidiano, musica destinata a sopravvivergli, a vincere "il
silenzio dei secoli".
Maria Grazia compie una raffinata ricerca di parole che disegnano moti e
ritmo dell’anima.
Esemplarmente dai Lieder:
"Viandante":
Fuggire è la mia
meta / giardino di melograni / da scorgere oltre i rovi/d’una rampicante pena / le
foglie radicate / nell’amore / errabondo amore / deluso dei miraggi / e dell’arsura.
"Winterreise":
Dolore dopo
dolore / tormentano gli anni il tronco / poderoso / del vento scavato / dello
spirito. / Lo riempirà la Morte / infaticabile nero specchio / del silenzio della
musica. / Poi dal silenzio / immortale si leverà il Canto.
L’incursione nello spirito romantico di Robert Schumann avviene attraverso
Clara, la fanciulla che dedicò l’esistenza alla musica e al genio di lui,
sfidando divieti paterni e convenzioni sociali.
Sposa amatissima che corrispose con un amore assoluto fino alla morte di lui
nelle nebbie della follia. Un amore prolifico di musica e di figli, ben otto!
Una dedizione completa in una fusione di anime che Maria Grazia descrive in
versi che suscitano vibrazioni profonde.
Emerge con la sensibilità lirica, la grande Humanitas della poetessa, da
sempre partecipe e solidale nei confronti di chi soffre.
La composizione poetica dedicata a Clara si ispira liberamente al dato
biografico, poco dopo la morte del marito.
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…Veneravo il suo genio d’artista / della musica / felice gioivo – io, sua
sposa / compagna / madre dei suoi figli – / senza riserve ogni giorno di
più / innamorata / di lui / dell’anima che il canto gli dettava / il cielo nell’anelito
a sfiorare. / Io suonavo e amavo.
Come dire:
Vissi d’arte / vissi d’amore.
Il terzo poemetto è dedicato a Pyotr Ilich
Cajkovskij,
spirito inquieto e tormentato già nel nome: Pyotr pietra, Ilich fuoco. Il
desiderio interiore si placa solo nella musica. Il poemetto alterna nella
scrittura la figura dell’artista:
Uomo – viaggio –
Amore – morte e i territori della sua Russia:
Steppa – Fiumi –
Taiga – Tundra, che ne rispecchiano l’anima.
Il travaglio dell’anima è espresso efficacemente:
Sono / Pyotr Ilyich
Cajkovskij / sono / sasso che brucia / Pyotr Ilyich / beffarda altalena / che vola / in
ossessiva cerca di se stesso / Stasi di Pyotr / volo di Ilyich / impossibile
equilibrio / fiore che l’anima.
Giuseppe Fricelli nella "Lettera di un musicista" con finezza ermeneutica
coglie il rapporto tra Poesia e musica in "Trittico": "…La Poesia non è soltanto
un’armonia danzante di vocaboli ma è un vivo racconto poetico descrittivo, direi
quasi teatrale e narrativo…"
Poesia-teatro, che mette in scena i moti dell’anima con l’empatia di
un’artista verace.
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