La poliedrica
attività artistica di Luciano Nanni recupera dal punto di vista cronologico
tutta la sua produzione di narrativa con una terza raccolta che abbraccia i
racconti che hanno visto luce creativa nell'ultimo ventennio. In realtà va
evidenziato che la maggiore parte dei racconti (tranne gli ultimi quattro)
appartengono ad un quinquennio di particolare fecondità dell'estro creativo e
va dal 1989 al 1993.
In piena maturità
Luciano Nanni prende a piene mani dai ricordi dell'infanzia, dell'età
adolescenziale e della successiva
maturazione per soffermarsi su episodi, momenti e fatti anche non rilevanti per
aprire il suo animo e mettere su carta sensazioni, riflessioni, emozioni che
trasferisce al lettore.
I racconti non
presentano una identica lunghezza ed anzi spesso terminano quando il lettore si
aspetta una determinata evoluzione ovvero lo sconvolgimento dei fatti narrati.
Tale situazione non ha connotati di superficialità, piuttosto è voluta per
catturare l'interesse di chi si avvicina alla lettura di queste pagine.
La raccolta denota
uno stile con due precise caratteristiche: è scarno ed essenziale. Il ritmo
della narrazione si presenta inizialmente di eccessiva lentezza, ma poi si
libra con una maliziosa ed accattivante musicalità. Sforzarsi di trovare un
riferimento stilistico e|o strutturale, un punto di riferimento, una musa
ispiratrice, un contatto con letterati passati o contemporanei ci appare una
impresa vana. infatti per gli elementi distintivi e peculiari la prosa di Nanni
non appartiene che alla sua realtà di vita e non subisce influenza alcuna. Essa
risponde soltanto ad un animo sensibile capace di cogliere spunti interessanti
anche da momenti semplici, che soltanto ad una prima apparenza, sembrano banali
e senza significati profondi, che hanno costellato sua vita dalla natia Bologna
con la terra emiliana sino a Padova divenuta ormai sua città di adozione.
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