Anamòrfosi
il sasso nello stagno
Avendo tra le mani l’«Anamorfosi» di Angela Greco, la prima operazione da fare è
quella di comprendere e interpretare l’architettura di questa raccolta poetica
che in forma prettamente teatrale affronta a vasto raggio taluni infiniti
aspetti legati essenzialmente a dei rigurgiti esistenziali, che vanno a
confluire in una poetica degli stati d’animo e delle imprescindibili ma sofferte
consapevolezze.
E accogliamo volentieri quanto l’autrice esprime nella sua nota
introduttiva, se in questa “anamorfosi” possiamo spendere la nostra libertà nel
ricreare le infinite atmosfere descritte, al fine di ridare colore ad ogni cosa,
viva o morta che sia. Pur aleggiando tra i versi un certo classicismo di
formazione, scopriamo il dettato permeato di moderno e di contemporaneo, vieppiù
supportato da uno sfondo di paesaggi molto dinamici che tra le righe manifestano
degli ardori per niente trattenuti.
Riteniamo che l’essenza di tutta la raccolta
si racchiuda nei due versi compresi nell’«Epilogo»:
Vivi nella parola non detta, quella che
impronunciata esula dal vocabolario,
verificandosi in tale enunciato quella che è l’auspicabile congiunzione
dell’umano con la dimensione totalitaria del cosmo, e in tale armonica
contingenza sentiamo la sua poesia divenire liberazione e spazio vitale per
tutti.
Nel poetare di Angela Greco scorgiamo inoltre una ricca capacità di
metafore che con eleganza formale vanno ad indicare un significante che esce
fuori dalla particolare struttura che è stata assegnata a questa raccolta, per
rivelarsi veicolo essenziale ad una orchestrazione lirica abbastanza
riconoscibile e formalmente impeccabile.
Nicola Romano risiede a Palermo, dove è nato
nel 1946. Giornalista pubblicista, dal 1987 al 1996 è stato condirettore del
periodico “insiemenell’arte” e attualmente collabora a quotidiani e periodici
con articoli d’interesse sociale e culturale. Molti i titoli di poesia
pubblicati, tra cui Voragini ed appigli edito da Pungitopo nel 2016.
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