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Tno Minetto, novant'anni tra politica e poesia
Alla invidiabile bella età di
novant’anni, Tino Minetto continua a sfornare libri e ha ancora in cantiere
diversi nuovi progetti. Non gli è bastata la recente pubblicazione dei volumi
La patria dedicato a Carlo Azeglio Ciampi e Figure di donne nella poesia
italiana (Vincenzo Grasso editore). Ora ha appena finito di correggere le bozze
di quel che lui chiama “un opuscolo”, in realtà sono sessanta pagine di un
notevole lavoro dedicato a tre grandi uomini di cui nel 2007 si celebravano gli
anniversari: Goldoni, Garibaldi e Carducci. L’opuscolo contiene la trascrizione
delle conversazioni che Minetto ha tenuto nel corso dei “Laboratori letterari
Perlasca”, sodalizio no-profit da lui fondato, con sede presso la Arglo
Enginering Group di Giovanni Gomiero, un mecenate dei nostri giorni, alla nuova
maniera. “Chissà come mai – si chiede sorridendo – questi ingegneri finanziano
la pubblicazione dei miei libri e mi sostengono in questo modo… Credo di essere
l’unico ancora al mondo che ha conosciuto un garibaldino: era mio nonno, Stefano
Ziliotto, di cui conservo ancora il diploma-pergamena che attestava il fatto che
era reduce dei Mille, e il ritratto che gli aveva fatto un suo commilitone
pittore. Nell’opuscolo riporto alcuni aneddoti che raccontava mio nonno, quei
ricordi risalgono a quando avevo cinque anni.”
La
cosa più incredibile è che Tino Minetto, questo personaggio padovano che ha
attraversato il secolo scorso con impegno (prima in guerra in Albania e campo di
concentramento da cui riuscì a fuggire, poi nella lotta partigiana e infine
nell’attività politica e sindacale), da circa vent’anni a questa parte ha perso
quasi del tutto la vista. Non potendo più scrivere, è costretto a portare avanti
il suo lavoro dettando i testi al registratore. Successivamente qualche amico o
collaboratore, di solito studenti universitari, sbobina e trascrive. “Un lavoro
lungo, sempre più faticoso” osserva. Ma non si perde d’animo, né si
autocommisera. “In realtà – prosegue divertito – io non scrivo, sono gli altri
che trascrivono quel che dico, dato che io chiacchiero molto più di quanto
scriva… Per studiare ascolto le cassette dell’Unione Italiana Ciechi, le
cassette audio per me sono come dei libri.” Dichiara di non stare bene in questo
periodo. “Però, se resisto, avrei altre due cosette in mente: completare una
ricerca già iniziata su Venezia e raccogliere altre conferenze sulla
letteratura.” Nel frattempo ci confida che, giusto per non perdere
l’allenamento, sta elaborando delle considerazioni sullo Stato laico “perché
‘sto Papa mi ha fatto arrabbiare: io rispetto il Vangelo, che per me è una delle
più alte scuole di vita, va bene la mistica, ma adesso il Papa non mi rispetta
più, con certi discorsi sta proprio esagerando.”
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