VERSUS LATINI
Franciscus Darius Rossi 1
E vetustis ianuis rimosis
crebria lumina manant
Aeris pulvis clare pingitur —
aestus limpidas facit res
quae aliquid secreti sapiunt
Si hominum dolori esset sententia
intellegerem talia obscura vestigia,
sed omnia paulatim effluunt
Et me movet memoriarum unda… 2
Mea refert quae tempora fugiant
inter pocula in tabula crepitantia.
Somnus memorias explicat
et res gestas misere fodit,
ut in animum inscium trudat
vestigia antiqui sigilli.
Ubi in nebulam dilabitur
apparent horridae vagaeque imagines. Miraculum est ignorare. 3
ARCANUM Obscurum in vesperis umbris
est septem candelabrorum arcanum.
Levia in aere volitant
acri liquefacta cera imbuto
dum leniter in caelum volvitur
5
nebulosus tortuosusque fumus. In recessu lintei panni sinus
crescit atque tumescit motus
inflantibus omnino celatis ventis —
obscurae
tenebrae circumvolvunt
et illarum flammularum lumina
repercussa terrendo fluctuant. Fragor auditur —
in frigido vitreorum crepitu
pannus
rescinditur
et arcanum detegitur
in sua crudelitate 4
Currus rotae stridunt
in via pulvere strata —
viatoris aures tintinant
tonitrus fragore fractae. Parvi momenti eventum
oculos stupentes terret
dum terrestris globus
currit et praecipitat
in universi aethere. 5
Flamma in medio foco ardet
sonoris ac rubris crepitibus.
Personae rident et horrescunt
in scaena ignis lumine accensa.
Histriones
vestes discerpunt
ad stupentes spectatores conversi 6
Flentem diem Natalem audio
in tristi tintinnabuli sonitu
qui in umido vespere diffunditur
inter artificiosas viarum luces.
Musicae
iteratae notae
de cantibus me admonent
et temporibus iam perditis,
dum diei festi suavitas
iam non afficit stupore.
° ° °
Tubae clangor ad sidera ascendit
numerose concentum moderans –
resurgit vitae gaudium
in hymno totum
terrarum orbem adflante. 7
In mare occasus descendit
ebrius rubris calicibus
rosarum quae mox deflorescent.
Fumigat ultima caeli pars
dum lux quaedam longinqua apparet.
In hoc secreto universi angulo
iam iamque miraculum perficitur 8
Metuo ne arbor recidat
ramis saeva securi caesis
radicibus direptis et apertis
Aquiloni vehementer flanti
inter scelesta facinora
taetrorum et malorum virum.
Virens et vivax vita
ex abrupto rescinditur,
perit et in perpetuum moritur
velut tempus omnia terens 9
Rapidus rivus fluit
inter virides ripas
et flores suaviter olentes.
Repente de caelo ruit
vehemens et procellosus imber.
5
Rivi alveus extenditur
aquae limosae vortice –
Aequorea planities extenditur
ubi frugiferi agri erant.
Occurrit saevus
nauta
remis rudentibusque onustus
et agricolae fugantur miseri
in altas arbores refugientes.
Fati rota sortes volvit
fortunas
saepius mutans –
quae secura videbantur
tremunt in vento volitantia 10
Serpit sibilus anguis
in caeco taetroque antro.
Lux caerulea diffunditur
ex fonte in medio vincto –
oculis territis
cernuntur
animalium recisorum monstra.
Horridum somnium dilabitur,
resurgit spes novae vitae 11
Silescit templum noctis
per silentia tacitae silvae.
Magis magisque patent
arborum amplae umbrae
descendentes in mare de
montibus
ubi saliunt vagae nymphae
candida veste cinctae.
Undae obscurae fiunt
in rivam abruptam frangentes
et caligo oculis
offunditur.
Stat veritatis signum
in nigro naturae nitore. 12
Vesperascit ruber occasus,
maris undae ex purpura fiunt
spumantes in scopulos illisae.
Tibiarum flebili sonitu expergiscor
me ad convivium vocari ratus
in imis antris sub pelago mersis.
Omnes amici adsunt,
abest propitium numen
quod adiuvet animos vagantes
vinculis ferreis vinctos
voluntatis quae nolit. |
1
Da
antiche porte di fessure piene
fitte
filtrano le luci
Si
colora il pulviscolo dell’aria –
la
calura chiarifica gli oggetti
che
hanno il sapore dell’ignoto
Se il
dolore umano avesse un senso
potrei
capire quegli oscuri segni
ma tutto
svanisce a poco a poco
E ancor
mi culla l’onda dei ricordi…
2
A me
importa quali tempi se ne fuggano
tra i
bicchieri che sul tavolo tintinnano.
Il sonno
chiarifica i ricordi
e
affossa miseramente le gesta
per
incidere nell’animo inconsapevole
le orme
dell’antico sigillo.
Quando
il sonno svanisce nella nebbia
appaiono orride e vaghe immagini
Miracolo
è l’ignorare
3
MISTERO
Oscuro
nelle ombre della sera
il
mistero dei sette candelabri.
Leggeri
volteggiano nell’aria
pregna
di acre cera liquefatta
mentre
lieve si innalza verso il cielo
un
nebbioso e tortuoso fumo.
Nel
grembo del panno di lino
cresce e
si rigonfia un moto
mentre
soffiano del tutto celati venti –
oscure
tenebre lo avvolgono
e i lumi
di quelle fiammelle
riflessi
spaventando fluttuano
Si ode
un fragore –
nel
freddo crepitare dei cristalli
il panno
si strappa
e si
rivela il mistero
nella
sua crudezza
4
Cigolano
le ruote del carro
nella
strada di polvere ricoperta –
le
orecchie del viandante ronzano
colpite
dal fragor del tuono.
Un di
poco peso evento
atterrisce gli occhi stupiti
mentre
il globo terrestre
corre e
precipita
nell’etere dell’universo
5
Arde la
fiamma in mezzo al focolare
con
sonori e fitti crepitii
Ridono e
inorridiscono le maschere
nella
scena dal chiarore del fuoco accesa
Gli
attori si strappano le vesti
volti
verso
gli spettatori stupiti
6
Ho
sentito piangere il Natale
nel
triste suono di una campanella
che si
diffonde nell’umido imbrunire
tra le
luci artefatte delle strade
Ricordano quelle note ripetute
canti e
tempi ormai perduti,
mentre
la dolcezza del giorno di festa
non
attrae più gli occhi stupiti
° ° °
Si alza
al cielo lo squillo di una tromba
vibrano
i ritmi della sinfonia –
risorge
la gioia della vita
in inno
dal respiro universale
7
Sul mare
discende il tramonto
ebbro
dei rossi calici
di rose
che presto sfioriranno.
Fumiga
l’orizzonte
mentre
lontana una luce appare
In
questo cantuccio di universo
ancora
il miracolo si compie
8
Temo che
precipiti l’albero -
rami
tagliati da scure crudele
radici
strappate e portate alla luce
dal
vento Aquilone che soffia veemente
tra
scellerati delitti
di
uomini tetri e malvagi
Una vita
verdeggiante e florida
d’improvviso è troncata,
perisce
e per sempre muore
come il
tempo che tutto divora
9
Rapido
scorre il torrente
tra
verdi rive
e fiori
soavemente profumati.
D’improvviso precipita dal cielo
veemente
e tempestosa pioggia.
L’alveo
del torrente si allarga
in un
vortice di acqua limacciosa –
la
distesa d’acqua si estende
dove
erano campi ricchi di messi.
Giunge
il tristo marinaio
carico
di remi e di gomene
e i
miseri contadini son messi in fuga
rifugiandosi su alti alberi.
La ruota
del destino volge le sue sorti
più
volte mutando –
quello
che pareva sicuro
ora
trema volteggiando nel vento.
10
Serpeggia il sibilo del serpente
nel
tetro e oscuro antro.
Una luce cerulea si diffonde
da una
sorgente là nel mezzo avvinta –
con occhi
atterriti si scorgono
mostri di
animali recisi.
L’orrido
sogno svanisce,
risorge la
speranza di una vita nuova.
11
Tace il
tempio della notte
nel silenzio
della tacita selva.
Sempre più si
allargano
ampie ombre
di alberi
che scendono
in mare dai monti
dove danzano
vaghe ninfe
di candida
veste cinte.
Le onde si
oscurano
infrangendosi
sulla riva scoscesa
e una nebbia
discende sugli occhi
Sta la statua
della verità
nel nero
scintillio della natura
12
Scende nella
sera il rosso tramonto,
si
imporporano le onde del mare
che si
infrangono spumeggianti sugli scogli
Mi risveglio
al flebile suono di un flauto
pensando di
essere invitato ad un banchetto
nei profondi
antri sommersi dal mare.
Ci sono tutti
gli amici,
manca un nume
propizio
che aiuti gli
animi vaganti
legati dai
ferrei vincoli
di una
volontà che non vuole. |