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Si era avvezzi alla bella poesia di Scarselli, ricca, ridondante, immaginosa e immaginifica, barocca quasi per ricchezza e mutevolezza di immagini, densa e traboccante. È questa nuova, una raccolta più sommessa: «omaggio alla memoria di tutte le madri» dice la premessa breve. Nata nella notte di veglia alla salma della madre, ci offre del poeta una dimensione più immediata e prossima: ché se certe sensualità pirotecniche colpivano e stupivano, ma meno coinvolgevano, qui il coinvolgimento del lettore è totale – proprio perché l'esperienza della separazione definitiva da chi si è molto amato è a tutti comune.

Resa solare, decantata quasi dal dolore, la poesia qui raggiunge intensità evidente d'abbraccio. Le comunicazioni d'amore che il poeta definisce «impossibili» si evidenziano limpide: «Ogni volta che andrò a visitarla: coltiverò nel segreto la speranza | forse vana di trovare per miracolo | che sia risorta, e la tomba scoperchiata: e che m'abbia lasciato sul fondo | un messaggio...».

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