Canto silenzioso
Nota in quarta
Felice Di Giacomo ha sempre mantenuto fede a quei
fondamentali eterni canoni di poesia che si chiamano: chiarezza di linguaggio,
calda partecipazione umana, ritmo e fantasia, limpida tensione lirica.
C’è una misura partecipativa in Canto Silenzioso
(Edizioni del Leone), un proiettarsi sempre oltre la barriera della propria
vicenda e della propria storia, in una positiva apertura che è la scelta del
futuro a partire dalle solide fondamenta del passato, in una appassionata
scommessa con la vita.
Dentro questa misura, si dispone tutta la fitta trama dei
percorsi interiori, dei rapporti interpersonali, degli incontri e delle
relazioni, in un moltiplicarsi di figure immesse dentro lo scenario di un
paesaggio ricco di colori e di profumi, coinvolgente.
Con la sua pronuncia luminosa, la poesia di Felice Di
Giacomo ci parla del quotidiano mettersi in equilibrio tra l’obliqua deiezione
del tempo e l’umanissimo recupero di sé e degli altri, all’insegna di una
serenità frutto della più stratificata esperienza.
Di Giacomo, una volta di più in queste sue pagine, si fa il
cantore di un’autobiografia fatta di figure e di oggetti oltre che di memorie,
in una prospettiva in qualche modo anche critica che non elude mai, mentre si fa
lente della propria individualità profonda, la partecipazione alla storia
collettiva.
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