| |
La scomparsa di Pietro Bruno

Paolo Ruffilli
All’età di settant’anni, dopo breve malattia, è scomparso
Pietro Bruno, poeta e traduttore. Pietro Bruno era nato a Messina nel 1942.
Aveva pubblicato le raccolte di poesie: "Il sole tramonta ad Oriente" (Ed. del
Leone, 1985), "Futuro Anteriore" (Ed. del Leone, 1996), “Il viaggio di Nicolò”
(Ed. del Leone, 2005). Suoi versi sono apparsi su numerose riviste come “Smerilliana”,
“Soglie”, “Poesia” ed è presente nell'antologia "7 Poeti del Premio Montale" (Scheiwiller,
1988) risultando tra i vincitori di tale premio, sezione inediti, nel 1987. È
stato autore di romanzi per ragazzi e ha tradotto poeti come Lambert e Sillitoe.
Ingegnere, viveva a Padova.
Nella poesia di Pietro Bruno domina la scena una deriva
costante e impercettibile del ricordo, trainante alla ricerca del tempo che
passa (non solo del passato, come nel caso della vicenda del terremoto di
Messina in cui era rimasto coinvolto il nonno Nicolò, ma anche del presente, di
ogni giorno e ora che vanno avanti nella loro marcia inarrestabile). Il ricordo
non si esaurisce affatto nella linearità del passato ricostruito come filo del
racconto che si srotola verso dopo verso, ma si materializza nel ricchissimo
intreccio delle immagini a dare corpo a luoghi, oggetti e figure di cui sono
colme le sue pagine dominate dal senso e dalle ossessioni dell’amore.
Un senso maturo sostanzia i segni e i modi stessi del canto
esistenziale di Pietro Bruno, con la volontà di mettere a fuoco tutti gli
aspetti di una vita comunque cara e preziosa e proprio per questo perseguita
nella ricerca dei dettagli anche minimi, dei risvolti più o meno nascosti, delle
rivelazioni possibili attraverso la scrittura. La presenza di cose, di gesti, di
persone, di luoghi, illumina in noi lettori qualcosa che ci ritorna con dolcezza
e insieme con uno schianto, come nel caso potentemente esemplare di quel “tu”
che di continuo viene chiamato in causa in molte delle poesie. L’altro da sé,
come interlocutore del possibile svolgimento, è la recuperata figura che
consente il riconoscimento, colei che dà turbamento e dolore, nell’instabile
equilibrio, ma unico spiraglio dagli spazi assediati della vita. E di qui il
rapporto con quel “tu” sfiorato, inseguito, toccato, trattenuto, smarrito,
ricomposto nel ricordo. Ma non è la nostalgia il sentimento che si impone
all’autore, se mai una perplessa sorpresa problematica e dubitativa. Perciò il
tono, che è spesso interrogativo e qualche volta invocativo, non è mai elegiaco,
e neppure sognante, ma all’insegna dell’immaginazione e della visione.
Forza evocativa, qualità ritmica, gusto del colore,
contraddistinguono la poesia di Pietro Bruno, catalogo privilegiato, almanacco
della privata condizione riportato costantemente alla linea superiore della
presa di coscienza, breviario e sintesi per una nuova auspicata filosofia
dell’esistenza.
| |
 |
Materiale |
|