Tibet degli ultimi
La nuova
raccolta di Leda Palma racconta, in versi, il popolo tibetano, le sue
sofferenze, il suo dolore. Nativa di Pagnacco vive a Roma dove lavora nel mondo
teatrale, radiofonico e televisivo.
Ė
stato l’incontro con il maestro tibetano Lobsang Phende a Polava nelle valli del
Natisone (dove si è rifugiato dopo la fuga dal Tibet) a suscitare in lei il
desiderio di attivarsi per la difesa di quel popolo e degli ultimi del mondo e
lo ha fatto con le sue poesie brevi nella forma dell’Haiku (metrica tipica
della poesia giapponese: tre versi di cinque, sette, cinque sillabe) ad evocare
un mondo innevato, dove i colori sono creati dal manifestarsi della luce o
dall’incombere delle ombre e dove regna sovrano il silenzio reso ancor più pieno
dalla grandiosità dei paesaggi.
Questa
raccolta in lingua italiana proprio per sottolineare la sua valenza cosmopolita
presenta il testo con a fronte una curatissima e pregevole traduzione in lingua
inglese di Brenda Poster americana, docente di lingua inglese all’università di
Firenze, traduttrice di testi letterari per conto di numerose riviste e case
editrici.
Sono versi
che con la loro straordinaria bellezza fanno risaltare in tutta la sua
drammaticità il contrasto fra la mitezza e la dolcezza del popolo tibetano e la
feroce violenza del tentativo della Repubblica Cinese di annientare non solo la
millenaria religione con il suo eccezionale patrimonio culturale, ma la stessa
etnia con trasferimenti coatti, soprusi e violenze di ogni genere.
Questo
progetto poi assume un particolare significato poiché per espressa volontà
dell’autrice sostiene la nobile battaglia umanitaria e pacifista di Amnesty
International.
Di tutto questo si
parlerà alle 18.30 di venerdì 21 ottobre al Museo di Storia Contadina di
Fontanabona a Pagnacco dove Leda Palma leggerà le sue poesie accompagnata dal
sitar di Nuccio Simonetti e la voce di Lisa Katlane con il commento critico di
Gabriella Bucco.
|