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Come una pittura Pop Art o di Arte Concettuale. Ancora di più, al di là e oltre, perché la poesia è canto di anima (di coscienza) che ama e soffre e scende poi fino al nucleo dell’interiorità per sconvolgerne la gioia e il dolore. La poesia: gioco mistico di tonalità che offre armonie di verità.
Afferrare quel verso, restando in bilico sull’abisso dell’ovvietà e del nonsenso. Catturare il mistero che grida al cuore la verità dell’impossibile estinzione dell’uomo. Leggere dunque “La gioia e il lutto” e scoprire nei versi la verità; ma non è tutto. Quando tu hai finito di leggere i suoi versi e ricominci daccapo, scopri che il nulla diventa il tutto e tu non sei solo a risolvere gli incubi dei mille sentimenti che ti graffiano dentro. Nulla è finito, e tu vai avanti nel percorso inestinguibile di questa poesia che ti porta sull’orlo dell’abisso e poi ti riporta indietro, al punto di partenza, per ricominciare all’infinito. Leggere i versi finali del poeta: “Senza la morte, no, | non ci sarebbe | né sorte né destino. | La vita correrebbe/non più fino | alla soglia definita, | privata di ogni senso | e condannata | ad essere vissuta, | sia pure al passo | lungo dell’immenso, | nell’indifferenza | più assoluta. Versi che non hanno né tempo né spazio; e vanno dritti al di là della vita e della morte. Dove sta la soluzione? Già nei versi: “E lì nel fondo cieco | dove la vita | finisce ai nostri occhi | scandita dalla morte, | fluisce un grande | fiume di energia | che spande e che riversa | oltre le porte | l’eterno nel presente. Ebbene, già in questi versi, la soluzione c’è. Ma non ancora completa e chiara. Dunque: “…Vecchi ingordi… spinti a ostacolare | il ricambio naturale | e a negare | per pura presunzione | la presenza e i diritti | le qualità dei giovani. Qui sta la soluzione! |
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