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Qualcosa resta

Nota introduttiva

Flavia Lepre

Ed ecco che, come per magia, alla precedente Raccolta molto corposa e ricca di espressioni bellissime, toccanti, che entrano subito nell’anima e nella mente rivoluzionando, in forma positiva e dolcissima la varietà dei pensieri, si aggiunge un altro gruppo di liriche scritte recentemente. La capacità di fare Poesia tenendo sempre in primo piano le meraviglie della Natura, dove il cielo, i fiori, gli alberi, il mare, le stelle e la luna, sono gli elementi più gettonati in quanto rappresentano l’immenso e meraviglioso palcoscenico che Dio ha voluto regalare agli uomini perché essi potessero recitarvi la quotidianità della loro commedia o del loro dramma. Enzo Schiavi ha personalizzato il suo immaginario palcoscenico e ha messo sulla scena a recitare, la sua stessa vita, la vita che, in effetti, è l’unica ed autentica protagonista che tiene in mano le sorti del mondo.

E quindi, non avendo escluso se stesso dalla recita, in essa restano impressi i suoi stati emozionali, i suoi batticuore, le sue traballanti speranze, i suoi sogni volati via chissà dove, le sue intime disperazioni, i suoi urli che non si propagano nell’aria, ma che lo sconquassano “dentro”…

Versi brevi, espressi con un linguaggio particolare, frammenti di schizzi biografici, esposti e condotti col cuore ancora giovanile e, contemporaneamente, col senno della maturità… Ed anche in questa sua ultima Raccolta Qualcosa resta, non ci sono digressioni dispersive, perché tutto l’insieme poetico ha una sua organicità e un ordinato svolgimento, anche se la tensione fra le idee espresse e il modo dell’esposizione rimangono – senza dubbio – momenti unici di una riflessione immaginativa e di una riflessione reale in perfetta simbiosi. Perché qui, ogni parola e ogni pensiero, sono messi in egual risalto, dato che nessuna delle due può restare in ombra o accantonata, tenuta fuori e relegata ai margini delle circostanze della vita! Il ruolo della Poesia, infatti, è l’argomentazione – anche filosofica – di tutti i suoi fondamenti e, soprattutto, è quella notevole esperienza della mente nell’atto di pensare, di creare.

Ed Enzo Schiavi sa benissimo tutto questo!

Costringe così la sua vulcanica mente a muoversi nel silenzio, per le formulazioni più profonde. Diventa poi voce più sonora, quando è la forza creatrice del reale, percossa dai brividi dell’umano dolore, che si diffonde sulle pagine. Forse perché il poeta ha l’abilità di condurre ad appassionanti conclusioni, una poesia che mette in moto il suo animo di uomo.

Il suo stringato poetare, si presenta come una recita estrosa, fatta – soprattutto – di frammenti d’anima che contengono misteri d’amore, di dolore, di sofferenza. Una girandola di tematiche simili eppur sempre diverse in un variare di colori giocati tono su tono, con un gusto particolare.

Una Poesia che si evolve, che cammina con i tempi, perché essa non ha l’immobilità spaziale di alcuni pianeti! Piccole liriche che sono un groviglio di sospiri soffocati, di frasi urlate e di frasi dette quasi a mezza voce, di sogni incastonati nella tela del passato, insieme a desideri, rimpianti e memorie che tornano a cavallo di fantasiosi raggi di sole che sono ancora di giovinezza. E nei versi di questo sensibile poeta, riuniti insieme e immersi nel mutamento del tempo, ben si registrano i significati profondi dei sentimenti e la sacralità della consapevolezza di un presente ormai svuotato di moltissime ricchezze!

© Enzo Schiavi

Un confine

Il tempo in bilico,
la storia dell’uomo,
l’ansia di un sospiro…
insaziabilità.
Voglio il respiro
di un fiore
nel filo d’orizzonte
spezzato.

Un confine.

Ricchezza

Fragori,
musiche vaghe:
il tempo coglie
fruscii di ali
nel tremore
di una foglia.
Io canto il parlare
del tempo
sulla mia strada,
tocco l’eco
di un suono.

Ricchezza.

Il mare ascolta

Segreto,
tu mi tendi
le braccia
prima di correre
nel sole.
Attimo
di un sussurro
tra palme.
Vivo la fuga
di un sorriso
nell’eco
del tempo,
resto nel vento.

Il mare ascolta.

L’istante

forse è soltanto
l’eco di un batter
d’ali,
o è la lunga attesa
senza respiro
di un lieve passo
d’ombra.
Nella fuga dei colori
il fiato della capinera
coglie l’istante
di un battito di nuvola
nel riposo del cielo.

La voce del tempo

La voce del tempo:
una figura appena.
La passione non
dimentica l’eco
di un abbraccio,
il grande fiume
dell’attesa
scorre nel nulla.

Grido velato
di eternità.

Cattura le ore

Corri negli abissi
del fiato
di un’ombra,
ascolta l’eco
del riposo.
Non ci sono ricordi
nel sorriso del tempo,
l’onda lontana
avanza
nel ritornello della
risacca.

Cattura le ore.

Eco di sogni

Lassù,
nelle macchie vaganti,
la luna penetra
il caos dei sogni.
Vagabondaggi.
Laggiù,
un mormorio di luci
accarezza la profondità.
Tutto tace.
Resta l’immenso stupore
delle palme,
e il grido della luna
è eco di sogni in cammino.

Buio di cenere

Buio di cenere,
desiderio,
tramonto.
Conosco stelle urlanti
occhi di satira,
scopro buchi di fondali
nei sussurri dei miei sogni.
La morte ride…
caos.

L’infinito chiama

Un grido:
cielo,
palme,
silenzio.
Mani
colgono
ombre
di riflessi
di onde.

L’infinito
chiama.

Qualcosa resta

Schizzi,
fili di fumo,
fantasie.
Non c’è pace
nel dissolversi
delle nuvole,
le sorprese sono
echi di bicchieri
vuoti.
Vado nel fischio
della notte,
colgo il fiato
di Dio,
e la stretta
di mano
è una fuga
nel cammino
del vento.

Foglie nella bufera:
qualcosa resta…

Eternità

Ci sarà un canto
di fuga
negli occhi languidi
dei fulmini,
sui sentieri di polvere
suoni di risa
scoppieranno
nei tuoni di ruggine.
Parabole di neve
spargeranno
lunghi silenzi di caverne:
tutto sarà sguardo furtivo
di alberi.

Una capinera resta
nel vento.

Lassù, qualcosa non muore

Una carezza,
un pianto
su melograni sconosciuti.
Mani rapiscono
fiati di giovinezza.
Poi,
una risata appena.
Tornare a casa
con la fame nell’anima,
la luna corre lontano.

Lassù,
qualcosa non muore.

Zufolo di luna

Immensità,
nuvole,
notturni.
Offerta di anima
nella magìa
del tempo:
una luce
va e torna.
Follia

In cielo,
uno zufolo di luna.

Desiderio

Correre
nella luce rapace
del sole.
Un rumore
di foglie staccate,
un grido spezzato
di rondine:
la rugiada
sfiora
abissi di carezze.

Desiderio.

Inseguo l'invisibile

Un attimo
ed è grido di colori.
Inseguire pulviscoli
di sole
con mani avide
di fughe,
passi furtivi
raccolgono
vaghi canti di allodole
nel bianco pudore
del tramonto.

Tremore d’azzurro,
inseguo l’invisibile.

Il sole attende

Buio
luce
battiti di ali
spezzate:
nell’azzurro,
un cielo impossibile.
Vivo
l’invisibile follia
di una sabbia rovente,
i miei occhi
urlano
la grande fuga.

Il sole attende.

Le scarpe allacciate

Fantasia,
fuga nell’anima,
sospiro.
Nella beffa
del silenzio,
una lacrima
cattura
il grido azzurro
del gabbiano.

Addio,
le scarpe allacciate.

L’impossibile istante

Il respiro
di un battito
d’ali,
l’eco
del pallido
rossore
di una voce,
tramonto.
Nell’impossibile
istante
del tuono,
un canto resta.

Farfalle raccontano

Onde,
echi,
fughe
nel vuoto.
La follia
ha
occhi
di pianto,
un soffio
resta.

Farfalle
raccontano.

Il cuore non affonda

Camminare,
dimenticare
i passi
nel respiro
di un sogno,
afferrare
il grido
dell’anima
alla ricerca
dell’enigma
del vuoto.
Furore.

Il cuore
non affonda.

Vuoto

L’eco
di un soffio
assente,
l’abbandono
di una foglia
morta,
il fischio
delle tenebre,
l’urlo
delle stelle…
vuoto.

Una poiana
vola
tra i dirupi.

Un'upupa fugge

Il vento
urla
graffi di ricordi
sui muri,
il tempo tace.
Adesso
la luna
è bianca
di vento,
corre muta,
batte
sulle nuvole.

Un’upupa
fugge.

L’azzurro

Nei sussurri
di labbra
amiche,
il sole
accarezza
soffici
artigli
di paura.
Il vento
abbraccia
il cielo:
resta
l’azzurro.

Urlano le nuvole

Urlano
le nuvole,
musiche
erranti
scavano
nidi di api,
abbandoni.

Nel lungo
respiro
del tramonto,
un canto
lieve
chiama
la luna.

Un cuore guarda le stelle

Notte
di canti
strappati,
di promesse
sciolte
in passi
di vuoto.
L’aria
resta
in bilico:
un cuore
guarda
le stelle.

Scavare l'attimo

Scavare
l’attimo
di un sussurro,
correre
fra sottili
ombre
di paludi,
catturare
il cielo.
Nel cammino
di una foglia,
il dissolversi
di un mistero
d’ali.

Nell'aria, un chiarore

Teatro notturno
di voli liberi,
echi invisibili
di oblìo,
piccoli rumori
vaganti:
pallide ombre
di coralli
ascoltano
battiti di ore.

Nell’aria,
un chiarore.

Sole

Arsure,
lampi di rugiada,
nebbie.
Nell’urlo del tempo
la musica dell’anima
coglie la trasparenza
delle ore.
Ancora un sussurro
di vento,
lo spirito interroga
incognite di voli
d’api.

Sole.

Languida è la notte

Risa
e promesse,
lunghi fiumi
di sussurri,
bianchi respiri
di vento.
Sulle pareti
di paglia,
sottili segreti
di tuono.

Languida
è la notte.

Perdona

Perdona:
il mio essere
graffiato d’inganni;
la sottile rete
impigliata
nei passi
del mio cammino;
i sibili
dei sussurri
aggrappati
ai miei denti
fitti.

Inquietudine:
l’aria è pura
questa notte.

Il respiro del cielo

L’anima
assorbe
il fiato
del tramonto,
tu urli
un sogno
nel verde
squamoso
degli stagni.
Quiete
di tenebre:
le rondini
catturano
il respiro
del cielo.

Respiri

Follia
su fossi
melmosi:
folletti
di risa
coprono
mormorii
spezzati
di capinere.
Fascino
di pallidi
canneti
intrecciati…

Respiri.

Realtà

Uno sguardo,
un soffio
di labbra,
l’istante
della sorpresa,
l’esistere.
Ancora
una mano
sul cuore,
una carezza,
un sospiro,
l’impossibile
volo
nelle galassie.
Afferrare
il sogno…

Realtà.

Trepidazione

Crocefissione,
liberazione,
perdizione:
frenetiche compagne
di corse
su pietre affilate.
Le mie mani
su occhi di salsedine…
paura.
Bevo l’acqua
di sorgente,
per restare assente.

Trepidazione.

Un suono appena

Amore:
urlo di preghiera
nel graffio del cielo.
I confini s’intrecciano
nelle voci sottili
delle tempeste,
ombre di vento.
Cogliere
sogni impazziti
di burrasche:

un suono appena.

Voluttà

Voluttà,
armonia
di sinfonia
strappata
a occhi
urlati
di nebbia.
Le ombre
sono avide
di voli
in fuga.

Graffio.

L’alba è lontana

Un colpo
al cuore
come urlo
di foresta.
Al tramonto
fermati
un poco
qui,
nel groviglio
brulicante
della quiete.

L’alba
è lontana.

Profumo di rosa

Brivido
di nuvole,
un grido
corre
tra le felci.
Vola
una rondine
ed è brezza
di coralli
di un cuore
in attesa.

Profumo
di rosa.

Le stelle ascoltano

Un grido
di luna,
una presenza
d’infinito.
Lassù,
i sussurri
di eternità
raccontano
la storia
di occhi
sfiorati
da falò.

Le stelle
ascoltano.

Graffio al tramonto

Chiaroscuri
di silenzio
gridano
all’anima
la risposta
dei colori;
nel grano
maturo
resta
il respiro
sorpreso
delle lucciole.

Graffio
di nuvola
nera
al tramonto.


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