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Navicello Etrusco per il mare di Piombino
La poesia come ricostruzione di un ordine, come chiarimento della mente e
dell’animo e come proposta di direzionamento corretto del mondo: è questo che
viene espresso, in modi diversi ma congruenti, all’interno delle due sezioni
nelle quali si articola questa raccolta lirica, che sa offrire con eleganza e
cura nella ricerca linguistica una serie di riflessioni su sé e altro da sé mai
scontata, capace di trasformare i simboli in concretezza e allo stesso tempo di
far rinvenire sotto la concretezza una valenza simbolica profonda, che rimanda a
quella realtà che non si percepisce con i soli sensi, non si pesa, non si
misura, ma che, nella sua apparente intangibilità, dà vera sostanza (e vero
senso) alle sfaccettature complesse dell’esistere.
Chiari e scuri, passioni e sentimenti, luce e buio si amalgamano allora, e
vengono scandagliati, grazie all’evocazione compiuta con la creatività della
parola compiutamente selezionata e ordinata: questo è il compito del poeta al
quale Roberto Mosi sa adempiere con risultati raffinati e, per chi legge,
fruttuosi.
Né va trascurata la valenza fortemente significativa concessa al mito e alla
leggenda, con una profonda componente spirituale fortemente connotata nella
direzione di una ricerca fedele che parte dall’aspetto mitologico/leggendario
per spingere verso le risonanze dell’intimità e del confronto con il proprio
contesto sociale e con il ruolo che all’interno di esso è giusto e doveroso
assumere.
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Recensione |
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