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Il tempo, la memoria. Scritti per Lucia Iannucci Mazzoleni

Guardo la copertina di Il tempo, la memoria - scritti per Lucia Iannucci Mazzoleni, sfioro l’immagine di Lucia che mi sorride sotto gli archi di pietra e mi riprende il desiderio di rileggere “Parole antiche d’amore” per l’alto valore letterario, il grande coinvolgimento emotivo e per tutto ciò che quelle parole riescono a testimoniare. Ermellino Mazzoleni è riuscito a fermare il tempo nel ricordo della sua sposa Lucia ed è riuscito altresì a raccogliere testimonianze, lettere, poesie, saggi che amici scrittori e poeti hanno voluto dedicare a questa figura di donna coraggiosa e sensibilissima.

Non si può non rimanere affascinati e conquistati da questa raccolta che intende ricordarla e farla conoscere a chi non ha avuto la fortuna d’incontrarla. E’ un libro questo che ti cattura nella sua coralità. Come accennato sopra, Ermellino apre gli scritti per Lucia con pagine intense, riprendendo la sua sposa per mano quasi a volerla presentare in una sinfonia d’amore che travalica i confini dell’esistere e ha l’eleganza di una composizione classica appassionata. Chissà perché mi richiama Ciaikowski nella sua sesta sinfonia.

Man mano che si scorrono le pagine ci appaiono liriche di vari autori: in cremonese due poesie di Alma Brambati, la struggente “A Lucia nella nebbia” di Renzo Francescotti, le significative liriche di Anna D’Agostino che ha inserito inoltre alcuni versi della Dickinson. In dialetto bergamasco, versi dolcissimi di Carmen Fumagalli Guariglia e, nel dialetto di Erba, la molto intensa “Luzia” di Francesco Maria Gottardi. Chi scrive ha ricordato Lucia in italiano, in prosa e nell’ “Encant de Santa Luzia” in dialetto trentino. Chiudono la rassegna poetica Antonio Dattoli con le raffinate “La mia ombra” e “Migrazioni” e Renato Robert col suo “Canto del despertar” in messicano.

Si prosegue con le significative “Luca XV, 11-32” e “L’Esecuzione” - lauda drammatica” - di Giancarlo Villa, lo scritto pregnante “La misteriosa possibilità dell’esperienza dell’essere” di Mario Vitali che ritroveremo più avanti, profondo come sempre, con “Gadda – Interpretazione dello Stile” e ancora Antonio Dattoli col suo interressantissimo “ Pessoa e Ricardo Reis nel romanzo di Saramago”. Molto bello il racconto “La corona di Santa Marta di Enzo Dematté, infine, Don Vittorio Cristelli ha richiamato nella sua profonda analisi “Tra maschile e femminile” citazioni dal “Cantico dei Cantici” e dalla “Contrada della luna gobba”.

Un’attenzione particolare merita il corposo e rigoroso saggio dello studioso Elio Fox “La poesia d’amore ed il contributo femminile alla letteratura dialettale trentina” – la donna oggetto e soggetto nella letteratura dialettale trentina -. Credo si possa considerare un piccolo gioiello questo saggio che in poco più di trenta pagine riesce a racchiudere il cammino femminile della poesia trentina raccogliendo anche poesie di diverse poetesse. Omaggio mirato a Lucia questa ricerca poetica di Elio Fox.

Ritroviamo poi un altro studioso trentino in italiano e dialetto, Renzo Francescotti, che ci parla ampiamente e con entusiasmo in “L’avventura con la mia scrittura – Acque – nell’anno mondiale dell’acqua – di questo elemento vitale, analizzando testi propri tratti dalle sue numerose raccolte in italiano.

Molto coinvolgente l’intervento di Silvio Bordoni nel suo “Colloquio a tre Voci e un Violino solo” che racchiude anche un intervento di Alda Merini.

Come si può notare le pagine scorrono veloci e interessanti. Ogni autore meriterebbe più citazioni ma, per ovvie ragioni di spazio, ho dovuto limitarmi.

Questo è un libro che riesce a catturarti totalmente e a farti capire quanto la figura di Lucia Iannucci Mazzoleni sia stata importante per la sua famiglia e per i suoi amici. Varie sono infatti le lettere e i testi, alcuni particolarmente toccanti, raccolti da Ermellino, quale testimonianza ultima d’amore, nel capitolo finale. Musicisti come Livio Bosco, Wainer Mazza e Luciano Ravasio, hanno composto le musiche su testi tratti dalla “Contrada della luna gobba”. Inoltre, impreziosiscono il libro i dipinti bellissimi di Pietro Verdini, e le magiche fotografie di Aloisio Mazzoleni.

Depongo questo libro per Lucia con rammarico. Non posso fare a meno di accarezzarne il blu notte del retro di copertina. Credo che le sarebbe piaciuto, per la sua eleganza, per le espressioni d’amore del suo sposo, per le parole appassionate di mamma Lina e delle sorelle Anna e Adriana, per ciò che il cognato Aloisio ha saputo trasmettere e infine per l’abbraccio di tutte le persone che ha amato e che l’hanno amata.

Forse, lei così schiva e modesta, avrebbe mormorato un “Grazie! E’ troppo per me”, prima di sparire con un sorriso in quell’altrove che a volte riesce a trasmettere segnali per chi li sa riconoscere.

Recensione
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