Esorcismo eretico
Un
titolo palesemente stuzzicante, irrequieto, inciso quasi con il coltello rovente
di un apprendista stregone, che scivola nell’inquietudine delle incognite e
cerca di rimanere nella irrealtà delle illusioni.
Il
tratto della scrittura di manifesta in pagine che coinvolgono silenziosamente,
ricche di fascinazioni improvvise: “il non luogo / che aspetta l’abiurazione / a
questo mio corpo…”, pagine che riportano ad immagini immerse nella nebbia e
prodigiosamente avvinte in un manto, perché “sinfonico adagio / accarezza il
cielo / un solfeggio di storni /”. Abbrutta il tempo / sentono l’odore della
tempesta / nascosta ancora / nel corpo delle nuvole.”
Numerosi i rimandi che nella mimesi del parlato abbozzano accenni di
rappresentazioni, eliminando quella frammentaria insidia che si nasconde nel
ritmo per accettare il tempo che modula sull’onda lunga della musicalità.
Anna
Maria Guidi accoglie nelle sue pagine emozioni e sentimenti, vibrazioni e
memorie, corrosioni del coro e illusioni, anche quando è “un flebile sole
stamani / che non penetra / nel midollo delle vecchie ossa / da tanti raggelati
inverni.”
Il
volume si snoda attraverso nove brevi capitoli, ma il canto che si sprigiona è
una suggestiva melodia che si accosta al poemetto.
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