Maria Grazia Carraroli fra ritmo e meditazione

4 giugno 2011
“La voce del poeta”, p. 59
C’è nella sua poesia un andamento lineare, fortemente ritmato fra liricità e
meditazione. Il suo discorso poetico è sempre limpido, gentile ed autentico. I
suoi libri sono colmi di sensibilità e di finezza, di situazioni e di linguaggio
caldo e ponderato. Nata a Verona nel 1940, vive a Campi Bisenzio.
Il suo
incontro con la poesia risale agli anni della maturità. Molti i riconoscimenti e
i premi nazionali e internazionali ricevuti, tra i quali il Fiorino d’Argento
del Premio Firenze-Europa per l’opera edita E nella sera un’ombra. E’ alla sua
decima pubblicazione col libro di poesia Mai più (immagini di Luciano Ricci).
Nel 2010 a cura del Premio InediTO Città di Chieri ha visto pubblicato per le
Edizioni della Luna il libro con il testo inedito premiato l’anno precedente:
N.O.F.4 centottantadue metri di follia – prefazione di Davide Rondoni – e
scelto dal Sole 24 ore, assieme ad altri due, come libro dell’anno 2010 per la
sezione poesia.
Collabora con Franco Manescalchi, presidente di Pianeta Poesia,
curando la presentazione di autori a Firenze. Hanno scritto di lei giornali,
riviste settimanali e mensili a larga diffusione. Scrive nella poesia Bianco: “Mendicavo la
luce. | Mi bastavano spiccioli | raccolti ai crocicchi | guardare avanti | credere
che più non c’era d’altro. | Il tunnel della notte | alle mie spalle
| Fede tarpata
che non riusciva | a intravedere ! | Il bianco mi sorprende | nel suo abbaglio |
sosta alla precedenza delle stelle | riprende il passo | dove canta l’azzurro.
| Sa
d’essere fremito e fruscio | smania d’addentrarsi | nei silenzi della luna
| di
sfidare il pensiero verticale | di confonderlo nel lampo. | E mi rende cieca | per
più lungo vedere.” Lavoro senz’altro prezioso, anche nelle scelte grafiche, che
magistralmente coniuga testo poetico-teatrale ed immagini
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