| |
Il titolo
sintetizza una situazione di confusione e di fracasso e avvia il lettore alla
comprensione del testo, la qualcosa è molto positiva.
In
Ammuina regna, infatti, un disordine, volutamente, inteso a mostrare il
volto del caos senza ipocrisia di veli, nella dinamica sociale del nostro tempo,
con riferimenti storici, mitici, biblico e vangelici appena accennati.
Naturalmente resta fuori il sublime, inteso come consapevole innalzamento delle
passioni alla più alta luce ideate: da ciò deriva distacco, l'obbiettività con
cui sono rappresentati i vari personaggi, che e anche soggettività perché non
assume tutte le espressioni della vita bensì quelle che si piegano a sentirla
come naturalità, istintività, passione incoercibile, rapporto sessuale
viscerale.
La sottile ironia,
che fa da cornice al poemetto, dietro la quale pulsa l'umanità del poeta, la
vittoria della carne attraverso la perpetuazione della specie, la tristezza per
qualcosa di mancato, non investe questo o quel personaggio, questa o quella
situazione, ma circola dovunque.
E' dentro la stessa
ispirazione che ascolta l'urlo della giungla che ci appartiene (come ci
appartiene il silenzio delle altissime vette); non accettare il negative
significa rinnegare la vita, uccidere la poesia. Da ciò si deduce che Ammuina
non è irreligiosa, amorale, ne volgare.
L'aspetto formale, complicato nell'apparenza, meditato e sofferto nella
sostanza, aderisce perfettamente al contenuto.
| |
 |
Recensione |
|