La
problematica religiosa, asse portante delle poesie scritte da
Giovanni Tavčar, pone il lettore sui tanti interrogativi etici. La
sua è una poesia che, pur assumendo una caratteristica soggettiva
sulla quale non tutti si possono trovare d’accordo, nulla
togliendo alla validità delle tante domande poste in essere e alle
quali molto probabilmente potrà rispondere solo l’autore o magari quanti possono
condividere le sue formulazioni, sicuramente
nasce dall’osservazione attenta dei grandi temi sociali che assillano ogni
persona che cerca di trovare la verità nel contesto sociale sempre più
interessato da fatti inquieti. Il suo percorso
umano va ad interagire con il pensiero introspettivo che cerca una serie di
riscontri nella religione, portando la sua analisi tra il
soggettivismo e il realismo concreto.
Ad un “grido" interiore intriso da un emergente nichilismo , si
accompagna anche qualche speranza perch é l’uomo possa
interpretare al meglio il suo ruolo che, comunque, non può
liberarsi della presenza (a volte anche scomoda, secondo l’autore)
del Dio cristiano al quale ripetutamente si rivolge. Egli guarda con
molta obiettività alle vicende storiche e ne sottolinea quelle
crepe che hanno penalizzato l’umanità: “Uomini | che si scagliano
contro | altri uomini, | nel nome sacro di Cristo".
Stante questa continua “ricerca" si ha il dubbio sul concetto e
convincimento religioso (vedi: Uno scandalo continuo o Una via
senza ritorno) quasi un non voler appartenere al mondo dei
credenti, per poi invocarlo e assumerlo come punto di
riferimento, perché: “Dio | è l’Essere vivo che ascolta | il grido |
che nessuno ascolta".
Molto probabilmente alla base di questa soggettiva analisi che
l’autore conduce, esiste una sua esperienza che per un verso lo
ha quasi obbligato a credersi componente del mondo cattolico pur non condivid
endo la stessa ideologia spesso mortificata
dagli stessi soggetti. Infatti «La poesia religiosa di Giovanni
Tavcar non si lascia andare a sterili devozioni ed inutili
barocchismi».
Nel
contesto generale emerge una sofferenza interiore che è
parte integrante d el suo sentirsi Uomo che convive con le sue angosce, paure e
poche certezze perché è troppo vincolato dalla
sua stessa fede che non è propositiva ma si perde tra le pieghe
delle tante domande che, ahimè (è ormai certo da tempo
immemore) rimarranno senza risposte, almeno che non le trovi all’interno della
sua stessa interiorità.
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