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Alleluiain sala d'armi. Parata e risposta
I
Il volumetto “Alleluia in
sala d'armi. Parata e risposta” di Rossano Onano e di Domenico Defelice è un
vivace dialogo in prosa e in poesia, prende in esame vari eventi della nostra
società. Si è assillati da problematicità, turbati da perversità e irregolarità
in un presente amorfo contraddittorio. La satira di Domenico Defelice risponde
alle evidenziazioni di Rossano Onano, dando una completa espressività con acume
alle caratteristiche del nostro tempo che sconvolto ha perso molte virtù che
hanno nel passato dato vita a società e al rispetto del bene comune. Una
partecipazione intensa agli eventi più significativi che cadono sotto i nostri
occhi, politica, morale, fatti di cronaca. Un linguaggio appassionato di due
scrittori che porta ad osservare una civiltà alla deriva senza buon senso e
senza capacità di riflessione. Modi di essere privi di equilibrio e di coerenza.
Una testimonianza in queste botte e risposte sui costumi in gran parte corrotti,
una valida documentazione storica di una particolare contingenza di tempo, che
mira con acutezza a far vedere le tante dissolutezze e come la stessa modernità
si dimostra nella satira priva di qualsiasi sostanza civile. Vivaci epigrammi si
lanciano come schermate a una società che si è resa irreale, discordante nei
modi di pensare. Alle battute di Rossano Onano Defelice dà risposta con
sarcasmo, con vena poetica molte volte mordace. Si integrano le due parti, dando
conclusioni e decise interpretazioni con spirito di forte indignazione ai tanti
fatti umano-sociali che accadono ogni giorno. Tra le canzonature di Rossano
Onano e l'ironia del direttore di “Pomezia-Notizie” viene fuori un linguaggio
dispregiativo contro una società disorientata che non sa vedere con sani giudizi
la saggezza nelle proprie vedute. C'è uno scambio di idee che arricchisce le
discussioni che si fanno di continuo sugli eventi politici, di costumi,
istituzionali. Si nota con chiarezza come la verità va da una parte all'altra,
come i comportamenti si muovono insulsi e con ipocrisia. Nelle battute di Onano
c'è un senso di rincrescimento e in Domenico Defelice una rabbia che si fa
esecrazione quando nelle diverse situazioni non si sa prendere il nesso dei
fatti, tutto pende dalla parte del proprio egoistico modo di vedere.
II
Si manifesta tanta amarezza
nell'attenta osservazione sullo stato di decrepitezza della vita di oggi. I temi
sono svariati, dalla tassa dell'Imu alle questioni delle pari opportunità, la
crisi del matrimonio e la durata che hanno le convivenze. Discussioni e
malcontento per gli stipendi d'oro e tristezza davanti ai poveri vecchi
abbandonati in case di cura, la mancanza di colloquio tra giovani e anziani. Lo
sdegno sa una parte e rabbia dall'altra creano conflitti di idee. Argomenti di
attualità come i problemi morali, la politica, i vari aspetti dei costumi
trattati nelle parodie di Domenico Defelice e nelle riflessioni di Rossano
Onano. Sempre una vena poetico-satirica vivace, spontanea esprime i lati di
crisi di una società in periodi di forti cambiamenti che hanno tutto deformato,
rendendo normali il consumismo e l'automazione. Onano sa bene penetrare nella
mente umana, leggendola nelle sue evoluzioni, nei suoi sperdimenti, sembrano
perse del tutto le saggezze che un tempo davano compostezza e lietezza ai
comportamenti umani. Oggi scomparsi i valori che davano fondamentalità morali al
vivere civile. La società è egoista, violenta preferisce vivere i drammi anziché
la serenità. Il dialogo satirico condotto da Rossano Onano e Domenico Defelice
pubblicato con il titolo “Alleluia in sala d'armi” dall'Editrice “Il Convivio”
nel settembre 2014, è presentato con intensità di concetti dal prof. Giuseppe
Leone. Prevale sulle satire violente un'amara ironia. Ci si scaglia contro la
decadenza dei costumi del nostro tempo. Vengono criticati gli uomini di governo
per la poca efficacia delle loro iniziative. Contro il fisco troppo esoso.
Quando si parla di assunzioni fatte con privilegi, importante è giustamente
l'affermazione di Defelice, per lo svolgimento delle mansioni attribuite si deve
conoscere bene il mestiere e ci si deve adoperare con spontanea passione. Contro
il risparmio energetico nei confronti degli ospiti di una casa di riposo di
Reggio Emilia con sorriso si controbatte, si vuole che i vecchi si rifacciano
giovanili, hanno bisogno di stare poco al caldo. Si critica il burocraticismo in
riferimento ai provvedimenti presi per l'allerta climatica, c'è da una
Istituzione all'altra una specie di scarica barile che non fa ottenere nessuna
risoluzione.
III
Si riscontra a volte un
linguaggio caustico e tanto umor nero per le condizioni di malessere in piena
diffusione nel nostro Paese. Si va in fondo alle verità con una lapidaria
comunicazione sul degrado del nostro vivere, con efficacia espositiva, con una
sintesi che coglie l'essenzialità delle condizioni. Ci si scaglia sia nelle
riflessioni che nelle risposte contro il falso e il convenzionale. La prosa di
Rossano Onano è schematica, si fa frecciata cui va la risposta immediata di
Defelice, spesso con un tono di comicità. I versi sono espressi con sostanziale
oggettività, con realismo, senza artifici, una linearità poetica che tocca il
vero con subitaneo intuito. Nel volumetto “Alleluia in sala d'armi. Parata e
risposta” di Rossano Onano e Domenico Defelice sia la prosa che i versi si
corrispondono, dal raffronto vengono i contenuti di spiegazione in forma
conclusiva sui vizi, sulle contraddizioni, sulla violenza, sul materialismo oggi
dilagante. Si evidenzia un parlare chiaro dalle constatazioni che Rossano Onano
fa sugli eventi più rappresentativi ai versi di Domenico Defelice,
un'espressività bonaria, un'ironia che ha toni vari, una certa rabbia, spesse
volte anche un'accentuazione di brio. Sempre con una certa illusione di speranza
che le cose vadano meglio nell'avvenire. Siamo in tempi di crisi, violenza,
ipocrisie, corruzione dappertutto. I rapporti sociali appaiono sempre più
contrastanti, abbiamo una politica in piena decadenza che non riesce a dare una
vitalità con leggi sagge e rispondenti alle necessità del Paese. Si sono create
delle situazioni di maggiore miseria accanto ad arricchimenti monopolistici. Una
vita problematica che non trova via di uscita, rendendo sempre più difficili la
vicinanza con il prossimo, la comprensione, il dialogo, c'è un diffuso
automatismo, non ci si incontra nei ragionamenti, i fatti travisati, ognuno dà
una interpretazione mistificata. Le assurdità frequenti, quando si tenta di
risolvere qualche problema che ci assilla. Defelice si scaglia il più delle
volte con sarcasmo feroce nei riguardi di personaggi della politica e delle
Istituzioni. Sembra impossibile poter trovare chiarimenti su contrastanti fatti
che hanno creato polemiche e dissidi.
IV
La satira che viene fuori dal
dialogo fra l'Onano e il Defelice considera spesso il carattere di
massificazione della società, uno sdegno vero contro le vanità di Celentano che
si sente al di sopra di tutti, che pare di essere un Messia venuto dall'alto.
Veleno vomitato sulla persona di Monti che con le tasse maggiorate ha
danneggiato le classi modeste, arricchendo le banche, ha continuato a mandare
in rovina le strutture dello Stato. Altro personaggio colpito dalla satira il
comandante Schettino che dovrebbe essere condannato all'ergastolo invece di
essere benemerito alle agenzie turistiche e festeggiato con onore dopo la morte
di trentadue persone. Le leggi che vengono dalla partitocrazia, che non ha il
minimo senso del concetto di rappresentanza del popolo, hanno portato diverse
aziende sull'orlo del fallimento. Altra causa di dissesto la Tav in piena
contraddizione quando l'abbiamo per i tratti brevi, creando sperperi senza
limiti. La Tav, falsa modernità con troppi costi e poco rendimento, ha influito
sulla distruzione di molte linee ferroviarie, danneggiando l'economia di molti
paesi di montagna. Nei versi di Defelice una fede incorrotta e uno spirito
umanitario ed etico-sociale che superano le amarezze prodotte da certe
situazioni assurde. Il dialogo ironico di “Alleluia in sala d'armi” ha forme
rinnovate e efficacia morale: mira alla ricerca della verità, dando un
equilibrato commento agli eventi del nostro tempo. I versi hanno forza
inventiva, fantasia e immagini, c'è una contrapposizione tra la contemporaneità
decadente che crea malumore e rabbia e un elevato rincuoramento che conduce a
vedere, nonostante l'aridità che oggi ci opprime, la possibilità di una politica
con capacità sociali verso prospettive di miglioramento. Il dialogo in prosa e
poesia con elevatezza di giudizi coglie i punti di crisi che si fanno
transizione tra un passato vissuto con virtù e senso di abnegazione davanti ad
avversità e povertà di mezzi e l'era tecnologica che sconvolge principi di
umanità e idealità in lontani orizzonti visti da sane e intemerate intelligenze.
Gli “Alleluia” di Onano e di Defelice costituiscono un'esperienza collaborativa
con espressività sintetiche e nel contempo con tanta ampiezza intellettiva. Alle
provocazioni di Onano che esprimono inverosimiglianza e paradossi corrispondono
le poesie lungimiranti di Defelice, sempre con una visione etica della vita. Le
composizioni sarcastiche richiamano l'antica arte delle Pasquinate. Le satire
venivano appese a Roma alla statua di Pasquino per colpire con un linguaggio
colorito specifiche persone o Istituzioni o usanze. Anche se richiamano la
Pasquinate, le parate e risposte appaiono rinnovate e degne di un genere
letterario perfetto come completezza e articolazione, adottando la forma
dialogica. Defelice si abbandona al riso per far attenuare la rabbia. Complessa
è la poesia ironica di “Alleluia in sala d'armi”, trova riscontro in quella di
Gioacchino Belli: arte spontanea, fuori dalle ipocrisie e dagli artifici con
surrealismo sofferto e drammatico. Il dialogo è dotato di grande umanità con un
minuto verismo spesso mordace contro i vizi, i soprusi, si denuncia
l'ingiustizia e la miseria. Quando il linguaggio si serve di espressività
popolare ci si sente liberi da esulcerazioni. Sempre rilevante è il giudizio
morale, ogni volta che le considerazioni sono rivolte alle falsità, alle leggi
che vanno oltre il senso del giusto. La sperequazione fa adirare e mostrare che
siamo in un'epoca di rovina. La poesia satirica che viene dalla collaborazione
di Onano e di Defelice è piana di indignazione, esprime essenzialità e spirito
critico.
V
Il volumetto “Alleluia in
sala d'armi” è originale, rappresenta un'espressività letteraria di carattere
umanistico e di grande sensibilità. Secondo Giovenale “Si natura negat,
indignatio facit versus”, se non c'è poesia ispirata una forza istintiva erompe
in ogni maniera con violenza per dire la verità su eventi che non soddisfano il
senso dell'equilibrio e della coerenza. Si va per il sottile, il prof. Rossano
Onano con la sua esperta professione di Psichiatra con minute osservazioni va in
profondità per trarre tutte le significazioni delle situazioni che viviamo e il
direttore Defelice con pensieri aspri e duri si scaglia sferrando quasi schegge
vive. La satira viene da patimenti, da virtù e sacrifici durati una vita intera.
L'arte satirica ha la forza di un ferro reso acuminato sopra l'incudine. L'animo
oppresso è venuto dalle fatiche inflessibili. La poesia supera tutte le
accidentalità per esprimersi quasi con rabbiose lacrime, è sempre dominante la
socialità, il mezzo appropriato per tracciare lunghi cammini. Siamo alla fine
della coerenza, con tanta volgarità ed egoismo in processi di disumanizzazione.
La poesia satirica viene fuori agguerrita, nella pienezza di sé, decisa con
prontezza, senza abbellimenti, ha una rudezza che rende l'andatura sicura, senza
cedimenti. Quando ci si sente feriti, addolorati, si è con tutto l'animo
infiammato dalle insopportazioni, dalle maldicenze, da una interiorità che
sanguina lacrime amare. I versi come le osservazioni sono in tutta una chiarezza
in momenti travagliati avuti nella sottigliezza dei pensieri. Siamo lontani
dalla sinteticità di Carlo Porta. La complessità di “Alleluia in sala d'armi” è
piena di strali, di scontri e di combattività contro le malefatte di una
politica insulsa, contro approfittatori e mafiosi. Si piange sulle tristi
condizioni dei miseri abbandonati a sé, con oggettività i fatti sono trattati.
Come il Belli, Onano e Defelice danno vita a un dialogo che ai nostri tempi ha
tutta la forza di scontrarsi contro lo sconquasso di una civiltà che si perde
nelle ottusaggini, nello squallore, nella povertà di idee e nella più ferina
voracità. Nello stato di totale corruzione c'è di tutto, Onano e Defelice hanno
efficacia espositiva, sanno penetrare nei più impercettibili particolari per
osservare tutto il deprecabile e le contraddizioni che si assalgono
furiosamente. Accanto all'abbruttimento risalta la necessità di usare la
saggezza più vera che nasce da sconsolazione. Quello che tiene lontani dal Belli
è la speranza, la fede in un avvenire che ci faccia vivere e collaborare per il
bene comune. Non pensiamo a visioni catastrofiche, a dissolvimenti totali. I due
coautori nelle parate e risposte appaiono identici, una sola persona, con
un'unica prospettiva, quella di vivere una civiltà autentica, degna delle più
alte qualità umane ed etiche. Per la complessità psicologica si è uomini
universali, davanti alle nefandezze che ci opprimono, si è di volta in volta con
personalità differenziata, ribelli con il popolo in misere condizioni, con gli
abbienti, si è nemici di ogni novità, poiché l'esasperato egocentrismo e la
smodata vanità creano situazioni che si contrastano. “Alleluia in sala d'armi” è
un'opera di grande rappresentatività in un'epoca particolare che attraversiamo,
di valore assoluto e meritevole di far parte della più vera autentica
letteratura contemporanea. Adulazione, servilismo, intrallazzo sono tra i più
ignobili modi di essere nel nostro tempo. Non si ha personalità, ci si muove in
sottomissione e in forme ingannevoli, con ipocrisia elevata alla massima
espressione. Attraverso la satira si permette all'uomo occidentale di esprimere
le proprie idee. Si permette di rivivere con brio e anche con amarezze fatti di
cronaca, avvenimenti politici sempre mantenendo, alla base del rapporto con gli
altri, principi di vicinanza, di fratellanza, giusti atteggiamenti. Il dialogo
tra prosa e versi lascia osservare modi di vita, come aberrazioni,
contraddizioni molto in voga nel tempo presente. La satira fa dire senza
ipocrisia e fa mettere l'attenzione su problematiche etico-esistenziali e
storico-ambientali come razzismo, politica, fede con larghezza di vedute, con
esperienze culturali. L'arte poetica, come gli interventi di Onano, non è
inerte, esprime sete di verità, prende il sopravvento sugli istinti.
L'obiettività di Gioacchino Belli la troviamo nel dialogo tra Onano e Defelice,
si è sconvolti per le situazioni di corruzione, una realtà verso cui si è
nemici. Cìè uno spirito di osservazione su realtà di varie forme, trattate in
modo del tutto nuovo, una satira diversa anche da quella di Giovenale, fervida,
solenne, piena di indignazione, vengono affrontati tutti gli aspetti brutali dei
vizi, degli scandali dell'epoca di Domiziano. Una satira amara da cui si hanno
notizie sui costumi dell'antica Roma. Per Giovenale la satira non è più
classica, ma imperiale, eccita immaginazione e sensibilità. “Difficile est
saturam non scibere” davanti a tante sconcezze del costume. Una poesia che nasce
a caldo, come subitanea risposta ai fatti. In tempi corrotti, di egoismo
esasperato, e dannato, sempre i miseri, i semplici, i sofferti, i generosi,
quelli che pensano tutti gli altri uguali a sé, gli ostinati idealisti hanno la
peggio. La satira di Giovenale non si propone di educare e di correggere, il
suo compito è la denuncia, contro adulteri, lesbismi, si presenta in termini più
visivi che narrativi. Un aspetto altamente morale è dato dal fatto che i vizi
sono considerati non sfera individuale, ma nei loro riflessi sociali, cioè nelle
conseguenze che hanno per gli altri. Una satira piena di sdegno, senza sorriso
né animo sereno, con ostinazione feroce.
VI
Il dialogo satirico tra Onano
e Defelice, oltre ai fatti particolari, considera in genere le virtù del nostro
tempo che si trovano come substrato in tutte le situazioni aberranti. Troviamo
la superbia, nemica del prossimo, si attribuisce singolarità al di sopra di
tutti. Il superbo crede di aver tutto meritato. Ha desideri insaziabili,
pretendendo innalzamenti impossibili. Dominato da passioni sterili, inutili che
si consumano in aspirazioni disordinate. Cieco nell'intelletto, ostinato nella
volontà. La superbia è un vizio diffuso, è forza che trascina a tutte le
nefandezze, si unisce all'ambizione. Sappiamo bene che chi comanda è oberato di
lavoro, chi è il primo negli onori ha poco tempo per sollazzarsi. E'
semplicemente il servitore di tutti, non deve pensare alla propria vanità, ma al
bene pubblico. Ipocrisia e malcostume regnano nella politica che vive di tanta
confusione e di dispendio di denaro. Negli eventi rappresentati nel dialogo tra
Onano e Defelice il nostro tempo è tanto ricco di paradossi. Il peccato è un
merito. Ci si assoggetta a tutti, non si ha dignità. C'è della brutalità contro
ogni senso del giusto e dell'umano. Le doti morali, la consapevolezza di sé, il
senso di responsabilità sono frantumati. Non c'è applicazione né entusiasmo ad
agire per lo Stato. Si è allargata la sopraffazione, si gareggia a chi riesce di
più a raggiungere posizioni di maggior peso e arricchimenti. Altre virtù che
sono combattute dalla satira sono l'istintivismo e l'avidità, fanno crescere
l'amor proprio e tute le passioni più deplorevoli. Chi ancora è semplice e
schietto e crede alla coerenza e all'onorabilità della persona, alla dignità
passa per retrogrado e incapace. Quando la satira diviene rabbiosa si pensa alla
natura dell'uomo, fatta di miserie, di temporaneità, di sostanza corruttibile, i
difetti, le limitazioni e le tristezze della vita sono le condizioni che rendono
necessari bontà, sentimento, vicinanza reciproca per soccorrerci nelle
avversità. In “Alleluia in sala d'armi” sono odiati i privilegiati, nemici dei
principi essenziali della razionalità. Abbiamo una società stravolta, si perde
l'aspetto umano, andando per le esagerazioni e gli eccessi, fuori dalle norme
naturali. Non si vogliono né il dialogo né il confronto. Quando sprofonda nei
gravi abusi, rimane oltraggiata l'autentica natura umana.
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