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A leggere il
titolo,
La Rosa,
ci si aspetterebbe di trovare,
tra le pagine di
quest’ennesima brillantissima raccolta dell’autrice
Gabriella Frenna, versi
che esprimono
tutta la bellezza e la delicatezza di tale fiore;
ma, in realtà,
nel leggerne le pagine, si scopre che essa, quale
fiore per
eccellenza, è presente in poche poesie; non è, tuttavia,
questa l’unica
scoperta: si avverte, infatti, la sensazione reale
del suo profumo,
è come se il suo profumo impregnasse ogni
pagina, come se
facesse da fondo e da sfondo ad ogni ispirazione
poetica, anche
quando, soprattutto nella prima parte, il
protagonista
sembra essere tutt’altro, c’è sempre “lei” che guida
i versi, le
parole, le emozioni. Queste pagine sono come i
petali di una
rosa: vellutate, docili al tatto, dense di una delicatezza
fragile; vanno
trattate con riguardo, con estrema attenzione,
altrimenti
rischiamo di perdere la fragranza che le tiene
insieme, che le
unisce e ne fa un solo “corpo”: quella rosa che,
in sostanza, non
è “una rosa qualsiasi”, ma “la Rosa”... ovvero
l’unica vera
Rosa... abbreviazione di “Rosanna”, la cara sorella
dell’artista,
precocemente scomparsa.
Sembra, infatti,
che ci sia il suo alito su ogni pagina, che
ci sia la sua
gioia di vivere, che lei fosse realmente presente
dentro ogni
verso, ogni parola, il suo profumo è quello d’una
rosa, invisibile
agli occhi, ma presente e sempre e per sempre
vivo nel cuore.
Rosanna, la sorella di Gabriella, morta in giovane
età, sembra
riprendere vita da queste liriche, sembra ci sia
la sua vitalità,
la sua tenerezza, la sua dolcezza, che vive e rivive
perfettamente e
perennemente nei pensieri di Gabriella, indissolubilmente
ancora (e per
sempre) legata alla sua persona,
tramite un
ricordo che, sublimandosi, si è fatto profumo di
rosa, tepore
dolcissimo dell’anima, focolaio intorno al quale
riscaldare i
pensieri e dare loro spazio in questo mondo che appare
più bello, che
acquista un senso ben preciso, un valore
aggiunto, dato
dal fatto che lei, che più non c’è, continua ad
essere viva
ugualmente, in trasparenza e fragranza, come il
profumo
invisibile ma reale di una rosa; la vita, ancora piena di
lei, acquista un
fascino particolare per Gabriella, una bellezza
che risuona come
un garrito argentino di rondine, fra le onde
del mare che si
infrangono contro gli scogli, come i raggi di un
sole cocente che
s’insinuano fra i granelli di una sabbia assetata
e che trova,
nella freschezza dell’onda, la sua fonte ristoratrice
che ne sazia
l’arsura e il bisogno.
Apparentemente,
quest’opera sembra divisa in più parti,
in ognuna delle
quali c’è “un protagonista diverso”: nella prima
c’è il mare;
nella seconda c’è l’arte musiva e la musa dell’arte,
nel senso che la
poesia sposa profondamente l’anima
dell’arte musiva
rappresentata nei quadri del famoso mosaicista
Michele Frenna,
padre di Gabriella; nella terza c’è una
parte di mondo,
interiore ed esteriore, ci sono brevi riferimenti
personali legati
con alcune vicende sociali, come il terremoto
di San Giuliano;
nella quarta l’autrice cede quasi alla malinconia,
alla dolcezza e
alla nostalgia dei ricordi; tematiche che
affrontano le
varie sfaccettature e dimensioni dell’esistenza, ma,
come detto, solo
apparentemente diverse, perché è come se
ognuna di esse
fosse un petalo della stessa rosa, di una sola rosa a cui si potrebbe dare anche
il nome di Rosanna,
perfettamente
con il suo animo poetico e tracciano un cammino
di “poesia
narrante ed errante”; ella, infatti, è come se cantasse
narrando ovvero
narrasse cantando; nel descrivere scene
di quotidiana
normalità, le parole si lasciano trasportare dall’incanto
che esse evocano
nel suo animo, diventando, così,
note di un canto
che vola inseguendo un profumo, profumo di
rosa; un profumo
che traccia un solco nella sua anima che lei si
accinge, con
curiosità e sentito desiderio, a seguire, a percorrere,
camminando lungo
i sentieri dei suoi ricordi, della sua
vita, della
“loro” vita, perché in questo cammino non è sola,
non è solitaria
viandante sulle strade del mondo, ma dolce e
docile compagna
di un’Anima che l’accompagna dentro di lei,
nei suoi
pensieri, e fuori di lei, nella sua realtà, in quella già
vissuta e in
quella ancora da vivere.
Le immagini,
espresse con così tanto affetto e forza interiore,
sono dense di
significato. Infatti ella non si limita a cogliere
l’istante, a
descriverne i movimenti, i colori, le forme,
ma ne fa un
motivo di riflessione, da ogni soggetto ne trae un
insegnamento
morale, culturale o religioso. È, infatti, molto
forte,
l’impronta religiosa, resa sempre con grande delicatezza,
ma anche con
sicura convinzione e grande sapienza. La sua fede
si manifesta
nella preghiera, nell’importanza che ella dà alla
preghiera,
all’incontro e al dialogo con il Signore, all’impegno
che ognuno mette
nel suo cammino verso la santità. Sono parole
d’intensa
emozione che non possono lasciarci indifferenti,
ma ci si scopre
protagonisti attivi in questa scelta di vita «la
vita odierna non
consente indugi / spinge sempre a trovar soluzioni,
spesso
illusorie, che alleviano un po’ il dolore e fanno
nuovamente amare
la vita». Son quasi una confessione questi
versi, che
parlano di una realtà alla quale non si può sfuggire e
che non può
essere affrontata se non con quell’illusione nel cuore
che serve a
sollevare l’animo e lo spirito dal dolore, dolore di varia
natura, primo
fra tutto quello per la perdita di una persona
cara.
Ma dal dolore
ella rinasce, perché trova la sua forza nella
preghiera: solo
con la preghiera un’anima sofferente raggiunge
la pace, la
“serenità interiore”, un cammino che lei ha percorso
e un traguardo
che, a leggere queste liriche, si può affermare che
sta per
raggiungere, sta per trovare, dopo un lungo e faticoso
cammino
interiore, quell’anelata pace che ripaga di ogni pena
o ingiustizia
subita. Un cammino che, sull’esempio di Gabriella,
dovremmo fare e
saper tutti quanti, per scoprire insieme
la bellezza
d’una rosa e la trasparenza del suo profumo immortale,
che le impedisce
di appassire e di cedere all’usura del tempo.
La “Rosa -
Rosanna” è entrata ormai a far parte dell’eternità,
ha superato i
confini della Parola, è andata oltre l’inchiostro
nero che macchia
il foglio bianco, ha raggiunto quei confini
invalicabili del
pensiero in cui ogni cosa vive di sé ma non
più per sé; la
Rosa di Gabriella ha adesso un’anima d’infinito
Amore, un
profumo d’inebriabile essenza, che permea di sé
un’esistenza e
le dà una Misura che il Tempo e la Materia non
potranno più
rubarle o diminuirne il valore: la misura della vita
di Gabriella è
il profumo di una Rosa, in essa e di essa si
inebria e ciò le
basta per trovare e comprendere il senso di una
vita spezzata,
quella della sorella, e di una vita, la sua, che continua
e trova il suo
senso nell’unione quasi mistica che nasce
dall’intimità di
una Rosa con l’ineffabilità del suo profumo.
Un tenero
omaggio è dunque questa raccolta, ad una presenza,
fiore ancora in
boccio, spezzato dalla bufera della Morte...
fattasi adesso
eterna, preziosa ed indimenticabile... come il profumo
di una
Rosa!
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Recensione |
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