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Fuga dal bunker
Sorprendente ci è apparso il nuovo romanzo di Franco Massari “Fuga dal bunker”. Su basi documentarie, attraverso la
rappresentazione narrativa, noi lettori ci ritroviamo nel bunker della
Cancelleria del Reich durante gli ultimi giorni della guerra, con i Russi alle
porte di Berlino. E scopriamo che Hitler e Eva Braun non si sono affatto
suicidati per sottrarsi alla cattura, come si era detto al momento della
conquista russa della città, ma sono fuggiti. A prendere il posto di Adolf è un
sosia di Hitler, individuato per la sicurezza del fürer, dopo l’ultimo e più
pericoloso attentato; sosia che i capi delle SS tenevano per ogni evenienza in
prossimità del bunker.
Il romanzo
racconta del sosia Bernd Hayek, fanatico nazista della prima ora, in crisi di
fede e di identità, via via liberatosi dagli annebbiamenti dell’ideologia SS e
disposto ormai a tradire il Reich e addirittura a farsi autore di un attentato a
Hitler. Ma, proprio strumentalizzando i ripensamenti di Hayek e fingendo di non
averne consapevolezza, il suo superiore e capo della sicurezza del bunker gli
stringe attorno il piano diabolico che lo destina a interpretare la parte di
Adolf suicida, mentre nella parte di Eva si cala Cornelia, anche lei SS, una
fanatica invece dalla fede incrollabile, amata da Hayek (e il romanzo traccia
anche il percorso di questo amore attraverso le pagine di un diario segreto in
cui il protagonista si confida con la donna).
Scritto
con una sapiente tensione e con l’invenzione di alcune felicissime appendici di
altrettanti testimoni oculari, il libro si legge con grande interesse, sia in
riferimento alle molte notizie storiche di cui è ricco e sia dentro il percorso
narrativo puro e semplice, caratterizzato da un’indagine psicologica profonda
della traiettoria dall’invasamento alla delusione di un fanatico nazista.
novembre 2017
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Recensione |
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