Primo Levi (1919-1987) l'uomo, il poeta
La dimensione umana e quella artistica, così profondamente unite in Primo Levi,
sono le due anime di questo saggio, vincitore del Premio “I Murazzi” nel 2019
nella sezione riservata agli inediti.
L’esperienza vissuta nel campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, iniziata
nel febbraio 1944 e conclusasi nel gennaio del 1945, ha influenzato, infatti,
tutta la sua attività letteraria.
Il raccontare l’odissea di deportato ha rappresentato per lo scrittore torinese
il solo modo per conquistare una, seppur precaria, pace interiore, frutto della
consapevolezza che con la propria testimonianza non sarebbe stato complice dei
nazisti.
La particolarità di questo volume risiede nell’attenzione riservata dall’Autrice
alla poesia di Levi che si nutriva di citazioni di poeti italiani e stranieri
(Eliot, Heine) e faceva uso di figure retoriche.
Centrale è nella sua produzione la condizione del dolore, legata non solo alla
violenza da lui subita in quanto di religione ebraica, ma intesa anche come
sofferenza del genere umano, degli animali e della Natura.
Pur essendo ateo, Levi ha spesso riflettuto nei suoi testi sull’esistenza di una
realtà ultraterrena e sul perdono, mantenendosi coerente con le sue credenze
religiose.
Concepito come un testo divulgativo, il libro della Fusco si presta nella sua
estrema leggibilità a essere adoperato come manuale nelle scuole per
approfondire il tema della memoria, ancora oggi di grande interesse e attualità.
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