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La grande storia in minute lettere
Buona sera. Porto dentro di me ancora il ricordo della
bella serata in cui, con garbo, è stato presentato il vostro libro "La grande
storia in minute lettere". Una storia che ha "richiamato" anche la mia di
figlio.
Nella famiglia di mia madre, la seconda
guerra mondiale ha fatto il
vuoto. Letteralmente. I miei nonni materni abitavano a Santa Giustina in Colle e
nel bombardamento del 26 dicembre 44, di Santo Stefano, una bomba è caduta fuori
bersaglio (Ostiglia), proprio nei pressi della loro casa. Nel "campetto", appena
fuori casa, c'erano in quel momento mia nonna e 4 delle sue figlie. Centrate in
pieno, mia nonna e due figlie morirono dilaniate mentre un'altra spirò a
Massanzago il 1° gennaio 1945. La quarta figlia, Fernanda, gemella di Gioconda,
si salvò protetta dal corpo di mia nonna ma dallo spavento vagò per il paese per
due giorni e due notti. Nessuno riusciva a trovarla. Tornata a casa, non
ricordava nulla. Mio nonno e altre due figlie, tra cui mia madre, Maria, si
salvarono perché in casa. In un istante una famiglia "dimezzata" nel numero e
dilaniata nel cuore. Per sempre.
Anche per questo ero un po' commosso nel
parlare ieri sera.
Lia e Gino mi hanno scritto la dolcezza, il pudore, il rispetto dei loro incontri e
dei loro sentimenti; la separazione sofferta e tragica delle loro vite; la speranza, mai venuta meno, di rivedersi, di
riabbracciarsi, di ritornare a vivere insieme; mi hanno scritto della guerra riscattata dalla
preghiera e dal cuore, che vuole vivere comunicando emozioni mai trattenute
sempre condivise sempre tanto attese.
Lia e Gino sono diventati parte della mia vita perché Lia portava il cappello come lo portava mia
madre e perché il 58° Reggimento fanteria di Gino, in Prato, era il Reggimento
di mio padre; perché mi hanno ricordato la poesia Veglia di
Ungaretti... nel mio silenzio / ho scritto / lettere piene d'amore. / Non sono mai
stato / tanto / attaccato alla vita.
Di tutto questo ringrazio gli autori, Maria Luisa
Daniele Toffanin e Massimo Toffanin, perché mi hanno presentato con felice prosa
"La grande
storia in minute lettere" di Lia e Gino.
Nella convinzione, dopo avervi sentito raccontare e
dopo aver riletto qualche altra pagina del vostro libro, che la "grande storia",
che rilegge se stessa, si sia sentita in soggezione davanti alla vicenda di Lia
e Gino così drammatica ma vissuta così coraggiosamente e così dignitosamente e
che li abbia voluti vivi proprio per tutti quelli che non sono tornati.
Un
abbraccio, con stima e affetto, Franco Trevisan
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Recensione |
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