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Artificialia
Esce notturna dalla caverna
sottomarina
la sirena ricciuta, si erge
fino allo scoglio
prossimo alla luna, eleva la
voce di lupa
mannara alle nuvole, soffre
di solitudina.
La poesia di Rossano
Onano ci introduce in luoghi insesplorati con la semplicità e l'immediatezza del
nostro tempo. Il suo stesso avanzare lascia senza certezze e con parole
sussurrate indirizza il lettore nei sentieri più celati della coscienza. Il suo
è un viaggio dell'essere, attraverso l'essere; individua i sentieri da
percorrere, dandone le basi per poter affrontare un percorso, che partendo da
determinate figure ne illustra e ne caratterizza molte altre. I temi e le figure
principali dell'autore sono rappresentati dalle donne, dal viaggio, dalla
ricerca di identità, passando addirittura per il ciclista Pantani. Le figure
sono solo accenni di una realtà nascosta e poco conosciuta, che si mostra
all'essere umano attraverso la vita; Onano brillantemente e senza paura mostra
il sentiero e l'insicurezza che vela gli occhi degli uomini camminando nel
mondo.
La donna, infatti –
che ad onor del vero è intesa come femmina, quindi animale e come materia
generatrice dell'umanità – è resa da Onano sia come accogliente creatura che
come feroce e aggressiva. Rappresentando in tal modo la dualità in ogni cosa,
ogni persona e l'instabilità che arreca nel mondo, il camminare sempre
attraverso il bene e il male, la vita e la morte.
Tutto ciò è reso d'impatto,
come uno scatto fotografico, dal linguaggio immediato e sottilmente ironico
dell'autore, che procede con un lessico ben curato e con astuta consapevolezza
della forma, unito ad immagini indelebili dalla mente.
Rende instabili e insicuri,
la sua poesia, fa attraversare una densa palude, ma nonostante i primi attimi di
confusione si arriva ad un pensiero, che anche se doloroso, è necessario ed
illuminante, correlato da uno stile implacabile, fantastico e fantasioso.
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Recensione |
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