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Alessia e Mirta

Raffaele Piazza ripropone al lettore il personaggio di Alessia, stavolta unitamente a quello di Mirta (Alessia e Mirta), in un ulteriore poemetto dall’andamento diaristico.

La giovane protagonista, Alessia, giorno dopo giorno scopre le proprie potenzialità e le opportunità che la vita può offrirle, con curiosità, entusiasmo e passione, anche se i momenti di turbamento non mancano, soprattutto in relazione alla precarietà dell’amore (l’amato Giovanni, nerovestito, era anche lui già presente in Alessia).

La ragazza che diventa donna, si colloca tra cielo e terra, tra sogno e carnalità. Persino la luna e le stelle le parlano, dispensandole consigli su come nutrire l’amore abbandonandosi naturalmente a esso. Ella vive la dimensione della sessualità con totale trasporto, a livello parimenti fisico e spirituale («fino all’anima vergine / di Alessia», «nuda allo specchio dell’anima»), calandosi in un orizzonte di senso completo.

Parallelamente deve affrontare tutta una serie di obblighi e impegni che la costringono a disciplinare i suoi sensi, perlomeno in talune circostanze, «a tessere / la vita ragazza furba come Dio / comanda», per poter comunque «vincere in dell’amore il gioco / con i tacchi alti come una donna / Alessia».

La sua età, i suoi anni sono come semi che daranno l’atteso raccolto, i loro frutti, nel luogo e al momento giusto, tra «Attimi rosapesca».

Tra le coordinate spaziotemporali più significative, alcuni aspetti cinematografici animano i versi: Il posto delle fragole oltre a Napoli il mare i viaggi in Italia e altrove, e Il tempo delle mele o delle fragole: «e la fabula / si fa favola ed entra Alessia / nello schermo e attrice diviene. / Recita la vita. Segue il film / Alessia nell’uscire dal suo, / dove era prigioniera. Si libera / Alessia».

I colori si insinuano nella narrazione, talvolta con delicatezza, talaltra con maggior forza espressiva, tra fuochi d’artificio azzurrità e molto verde, tra aspirazioni e concrete presenze.

Alcune inversioni caratterizzano lo stile di Raffaele Piazza, senza appesantire la lettura.

Con leggerezza si snoda il racconto, per immagini e aeree armonie: «Tessuto di suono / d’argento di campane. Aria pura / nel bosco delle querce. / Tra le foglie Alessia si congiunge».

L’altra protagonista del titolo di questo librino di poesie, ovvero Mirta, in realtà appare poco, o comunque decisamente meno del personaggio femminile principale. Tuttavia ella introduce l’importante tema del suicidio, con la sua presenza-assenza, molto prima che compaiano alcune poesie a lei espressamente dedicate.

I versi catturano rapidamente gli altalenanti stati d’animo. A volte da un segmento al successivo già l’atmosfera è totalmente mutata, anche perché, in un animo giovane, la volubilità risulta spesso ancor più marcata: «Ripensa / a Mirta che è stata cremata / e alle sue ceneri inutili. / Poi squilla il telefonino / è lui!!! è lui!!! è lui!!!».

L’autore si sofferma sull’importanza dell’amicizia autentica, cui nemmeno la morte può porre termine: «Amicizia fiore raro hai ancora / per me dall’oltrecielo ora che / non sei più carne ma solo anima»; «Abbiamo mangiato / insieme al ristorante / dei vivi e mi parlavi di / Anne Saxton anche lei / suicida. Dicevi la vita / è bruttissima come una / bambina di 44 anni, Mirta, / donna dei boschi e prigioniera / del tuo film»; «Volevi la mia felicità, Mirta, / fiore rarissimo l’amicizia / uomo donna. Eppure esisti / più di prima».

Raffaele Piazza prosegue, dunque, la sua ricerca poetica cercando di catturare ancora una volta, e almeno in parte, la complessità della psicologia femminile che tanto lo avvince, creando personaggi destinati ad alimentare l’immaginazione del lettore, per farli vivere anche al di fuori della pagina scritta.

Recensione
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