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Moving Life – Avvicinamento a Natura morta di Paolo Ruffilli

Nel mese di marzo del 2019, presso le Grafiche Fioroni di Casette d’Ete (in provincia di Fermo), è stato stampato il saggio di Elisabetta Brizio dal titolo Moving Life – Avvicinamento a Natura morta di Paolo Ruffilli (il testo integrale è consultabile on line: http://www.literary.it/autori/dati/brizio_elisabetta/txt/moving_life.pdf). In copertina compare riprodotta l’opera in bronzo Cadenza plagale di Giovanni Beato del 1993.

Per elaborare il suo studio, la saggista ha fatto riferimento ai seguenti libri di Paolo Ruffilli (pubblicati tra il 1972 e il 2014): La quercia delle gazze, Quattro quarti di luna, Notizie dalle Esperidi, Piccola colazione, Diario di Normandia, Camera oscura, La gioia e il lutto, Le stanze del cielo, Un’altra vita, L’isola e il sogno, Affari di cuore,

Natura morta e Variazioni sul tema.

L’autrice ha tenuto ben presenti, per le sue interpretazioni e ricostruzioni, anche le riflessioni critiche contenute, in tali volumi, in forma di prefazione o postfazione.

Elisabetta Brizio aveva già dedicato alcuni articoli, pubblicati in “Literary”, a singoli libri di Paolo Ruffilli, sia di poesia che di narrativa. E precisamente si era occupata di: L’isola e il sogno (opera edita nel 2011; la recensione è stata pubblicata ad aprile dello stesso anno), Affari di cuore (recensione inserita on line nel mese di novembre del 2011; il libro era uscito nel medesimo anno, edito da Einaudi), Camera oscura (volume edito da Garzanti nel 1992; la recensione è apparsa on line nel mese di aprile del 2012).

Nella rubrica di interviste curata da “Literary”, il 9 ottobre 2012 è stato pubblicato un ulteriore contributo della saggista: “Dialogando con Paolo Ruffilli a proposito di Natura morta…” (intervista inserita pure in “Bibliomanie.it”, n. 31, ottobre-dicembre 2012).

Inoltre, nel 2012 insieme a Matteo Veronesi ella ha curato la pubblicazione (edizione Ilmiolibro.it) di Pentacordo per Paolo Ruffilli. Nel volume sono stati radunati contributi critici, oltre che di Elisabetta Brizio e Matteo Veronesi, anche di Luciano Benini Sforza, Giorgio Linguaglossa e Remo Pagnanelli.

E ancora in “Literary”, nel mese di marzo del 2013, nella sezione dei “Materiali”, sono state inserite sue riflessioni recanti il titolo “In margine a un inedito di Paolo Ruffilli, ripensando a “Natura morta” (l’articolo è stato scritto a Macerata e datato 25 febbraio 2013).

Si segnala pure, della stessa autrice, “Il Nome e l’Enigma – Nuovi tentativi di avvicinamento a Natura morta” (“Lotta di Classico”, maggio 2017).

Per quanto concerne Moving Life – Avvicinamento a Natura morta di Paolo Ruffilli, il contributo critico era già stato reso disponibile alla lettura on line, come “Materiale” in “Literary”, nel mese di novembre del 2018. Il saggio è stato ulteriormente rivisto e limato prima di affidarlo alle Grafiche Fioroni, come dimostrano le prime righe contenenti una punteggiatura leggermente diversa.

L’autrice, nella sua analisi, dopo aver preso in considerazione aspetti legati alle metamorfosi causate dall’incessante divenire e al senso del trapasso, si sofferma su quanto rimane «del punto di vista dell’autore nella terza persona narrativa dell’Isola e il sogno». «Ruffilli ci riserverà qualche sorpresa, aveva detto Montale. Una di queste è che con il tempo ha strappato all’umano quella prevaricante centralità cosmica così spesso ostentata in poesia». Egli ha «schivato il radicarsi nel negativo della umana contingenza, o l’adagiarsi sul sentimento di un tempo dissolutore». Come osserva ancora Elisabetta Brizio, «il soggettivismo non ha mai troppo pesantemente connotato Ruffilli» … «anche se fino a un certo punto egli ha trasfuso molto di sé nei versi».

La saggista ipotizza che sia, in tal senso, cambiato qualcosa ai tempi delle opere La gioia e il lutto e Le stanze del cielo.

In poche pagine vengono affrontati molti aspetti della produzione di Ruffilli, in modo più o meno dettagliato. Elisabetta Brizio individua legami interessanti, degni di ulteriori approfondimenti, tra i vari libri.

Come nel caso del concetto di “salto nel vuoto”, necessario per gli Affari di cuore e affrontato negli Appunti per una ipotesi di poetica, contenuti nel volume di Natura morta.

Riguardo a quest’ultimo libro citato, per quanto concerne la musica, la studiosa ci fa notare che «il genere della natura morta, estraneo alle istanze narrative di opere di carattere storico, ha qualche affinità con la musica solo strumentale, dove non c’è intreccio, non c’è un fatto, non c’è azione».

Inoltre, in riferimento alle implicazioni filosofiche, nel caso di Paolo Ruffilli i rimandi alla tradizione orientale risultano particolarmente importanti.

La sua riflessione «non verte sulla propaggine estrema della vita, né tanto meno su esiti di corruzione che la dimettano, ma sulla condizione albale che emerge dall’apparente dissolvimento».

Egli indaga «la sorte dell’uomo assorbito nella sfera delle altre forme viventi senza eccedervi, come l’onda è indissolubile dal mare».

Recensione
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