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Nell'ambito del
Premio Città di Pomezia, fondato e diretto da Domenico Defelice, è stata
premiata Gabriella Frenna alla quale è stata pubblicata gratuitamente questa
silloge di venti poesie. Fra i vincitori delle precedenti edizioni si annoverano
Pasquale Maffeo, Ettore Alvaro, Viviana Petruzzi Mirabelli, Vittorio Smera,
Giuseppe Nalli, Orazio Tanelli, Solange De Bressieux, Walter Nesti, Maria Grazia
Lenisa, Sabina Iarussi, Leonardo Selvaggi, Anna Maria Salanitri, Giuseppe
Vetromile, Giovanna Bono Marchetti., Elena Mancusi Anziano, Sandra Cirani,
Veniero Scarselli, Sandra Angelucci. Il Quademo Letterario "Il Croco" è un
supplemento mensile della rivista "Pomezia Notizie" che viene distribuita sia in
Italia che all'estero.
Citiamo dalla
Prefazione di Domenico Defelice: "La poesia di Gabriella Frenna a sempre attenta
ai drammi della quotidianità: alla scomparsa di una parente; alla terra che
trema e semina dolore e morte; all'uomo che, anche nella sofferenza, mantiene il
"volto radioso", perché si rammemora delle sofferenze di Cristo; ai tanti
volontari che letteralmente si precipitano in soccorso di chi ha bisogno come
veri e propri angeli. Priva d'enfasi e voli pindarici, lineare e semplice,
quella di Gabriella Frenna è la poesia di una vita che "scorre frenetica" e non
s'accorge del "calore umano"; è l'invito ad una sosta e un sorriso non
affettato; è la speranza di un uomo che dispensi sorrisi e carezze, che
trasmetta amore, non odio".
Questa silloge
inizia con due poesie dedicate al mito di Croco, che racconta l'amore di questo
giovane per la ninfa Smilace: il giovane, nell'evoluzione della leggenda, viene
trasformato in un fiore pregiato, che ha decorato il talamo nuziale di Zeus e
Giunone ed è stato dipinto nelle lussuose vesti di Cleopatra. Anche il trapasso
della zia, illustrato da Michele Frenna con un eccellente mosaico, è evocato con
fiori e foglie che formano arpeggi armoniosi, con delicati colon e toni luminosi, in un momento di lutto e di dolore. Domina la tematica di queste
poesie di Gabriella Frenna l'amore per la natura e per le sue numerose
manifestazioni fenomeniche. Il risveglio del creato a primavera si manifesta con
i mandorli in fiori e propone la vitalità delle piante rigogliose che "emanano
effluvi soavi". C'e un'insolita tenerezza nella contemplazione estatica della
natura che, con un raggio di sole, colora l'universo e diffonde lo splendore
sublime nella terra siciliana. La delicatezza delle parole scelte impone ai versi
un non so che di arcano incanto che non ricorre al sogno né alle illusioni
perdute, ma costituisce i termini essenziali di una poetica filantropica di alto
valore umanistico. La varietà poliedrica dei fenomeni naturali si evince nel
susseguirsi delle stagioni e nella meditazione coscienziale delle cose che
cambiano per il meglio non solo a primavera, ma anche nell'autunno (Novembre
2008) e durante l'inverno (La neve). La contemplazione del mare non è un'estasi
estatica che potrebbe isolare la poetessa dalla sua partecipazione alla
fenomenologia del creato, ma coinvolge anche i lettori in una serena e pacifica
concezione della vita e della vitalità delle cose; "Amo contemplare il mare /
osservare piccole onde / sollevarsi con brezza leggiadra, / correre verso
sontuose rocce / abbracciare forme compatte / e scivolare con schiuma biancastra
/ nell'immensità del mare". Immagini delicate arricchite da numerosi aggettivi
costituiscono la spina dorsale di queste liriche che rifuggono da metafore e da
simboli e che sono comprensibili dai lettori di ogni livello culturale.
Una componente essenziale in questa poetica di Gabriella Frenna è certamente la religiosità della
poetessa che non può esimersi dall'esprimere i suoi sentimenti spirituali, la
sua devozione cristiana, il suo credo nei valori trascendentali ed escatologici.
Si leggano le poesie "Madonna" e "Via Crucis" e tante altre, già pubblicate in
altre raccolte, che si ispirano ai mosaici di suo padre, il maestro Michele
Frenna. Il sentimento religioso di entrambi è sincero e genuino e li pone su un
piedistallo di affabile ammirazione, di filantropica tolleranza e di
precise direttive di comportamento e di condotta evangelica.
Gabriella Frenna è
nata a Messina, ma risiede da molti anni a Palermo. Si è imposta all'attenzione
nazionale e internazionale non solo con le sue poesie, ma anche con i suoi
numerosi saggi sull'arte musiva di Michele Frenna, Carmine Manzi, Brandisio
Andolfi, Vincenzo Rossi, Ernesto Papandrea. Collabora con numerose riviste
nazionali e straniere ed è corrispondente del "Ponte Italo-Americano". Nel 2006
è
stata pubblicata La critica di Leonardo Selvaggi sull'arte e sulla letteratura frenniana; nel 2009
è apparso il saggio di Leonardo Selvaggi Dai mosaici alla
poesia.
Ecco cosa leggiamo
nel retrocopertina del Croco: "Gabriella Frenna è sempre stata affascinata dai narratori, dal modo di scrivere e di trasportare il lettore all'interno delle
loro creazioni. Dalla dipartita dal mondo terreno della sua amata sorella
maggiore, si è interessata alle opere che proiettano l'animo
umano verso il mistero del divino. Esterna con poesie, racconti e scritti
critici, il suo desiderio di addentrarsi nell'essenza conosciuta, di proiettarsi
verso il mondo trascendentale e di evidenziarlo insieme con la propria visione
realistica".
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Recensione |
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