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Sebastiano Schiavon: lo "Strapazzasiori"
Schiavon, il bolscevico bianco
Sulla base di accurate ricerche d’archivio, dalla lettura dei giornali
dell’epoca, dal confronto con le fonti parrocchiali, lo studioso Massimo
Toffanin ha delineato la figura di un personaggio padovano che, nei primi
decenni del ‘900, si era conquistato l’appellativo di “strapazzasiori”. Il libro
“Sebastiano Schiavon, lo strapazzasiori” (ed. La Garangola), presentato ieri in
Provincia, davanti ad una numerosa ed interessata platea, parla infatti del
primo sindacalista cattolico veneto che portò avanti, con spessore e senza
paura, un pensiero e un’azione forte e decisa a favore dei più deboli ma che la
morte strappò troppo presto dall’agone politico.
«Schiavon cercava già in quei tempi – spiega l’autore – di indurre i ricchi
latifondisti ad essere più magnanimi verso i contadini». Laureato in lettere,
iniziò il suo cursus honorum giovanissimo, diventando prima segretario
dell’Ufficio Cattolico del Lavoro con il vescovo Pellizzo, poi consigliere
provinciale di Padova del Partito Popolare, in seguito consigliere comunale di
Ponte San Nicolò, Saonara, Legnaro; nel 1913 fu nominato onorevole al Parlamento
e divenne il più giovane parlamentare del Regno d’Italia. Quello che rende
Sebastiano Schiavon, ancor oggi, un personaggio di potente ed elevata
rettitudine e di profonda umanità sta nella sua totale dedizione alla causa dei
lavoratori: egli infatti organizzò i primi scioperi dei cattolici e non esitò a
schierarsi a difesa dei più umili, costruendo anche una rete di associazioni che
operavano a tal fine. Fu insomma la punta di diamante dei giovani cattolici
rinnovatori ma questo suo operare finì per non piacere alle alte sfere che non
lo ripresentarono “perché troppo estremista, lo chiamavano infatti il bolscevico
bianco”, continua Toffanin. Ci pensò una grave malattia a portarlo fuori di
scena per sempre, nel 1922. Schiavon fu uomo tollerante e disinteressato, “un
cattolico padovano – dice l’assessore alla cultura Massimo Giorgetti – di
impegno etico e sociale di rilievo che si distinse subito nel panorama politico
e sociale dell’epoca”. «La sua vita – conclude – va conosciuta soprattutto dalle
giovani generazioni perché si intreccia alle vicende storiche del paese e del
Veneto, nei primi anni del ‘900».
Il Gazzettino, 1/3/2006
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