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La memoria delle origini è una ennesima affannosa
dissertazione attorno alla nostra stessa esistonza, si. può parlare di opera
teologico-filosofica dato chse in essa l'autore ha condensato quelli che
sono i principi fondamentali della nostra fede cristiana. La stessa
suddivisione della silloge in diversi capitoli conferma quanto detto. Egli parte
dalla creazione s'intrattiene in quelle che sono le tematiche nel rapporto
Creatore-uomo, passa poi alla "memoria delle origini" che illumina l'uomo
«con lampi d'eternità»,
s'addentra nel non facile pelago della nostra stessa entità come membri della
chiesa, ripercorre le tappe amare dell'esistenza terrena nel «tempo di
crocifissione» per poter ricollegarsi alle conquiste ottenute dalla preghiera e la
generosità Divina che ci offre ''L'eucaristia" come mezzo di riappacificazione.
Un percorso lungo, circostanziato, biblico in cui si evidenziano gli avvenimenti
dislocati nel paradiso terrestre, la vita stessa di Adamo ed Eva, la tentazione
del Maligno. Tavčar non usa il name "Demonio". ma quello di "male" estendendolo
anche ai nostri giorni, L'uomo insidiato e solleticato nella sua ambizione viene
lusingato a diventare come Dio, ciò che gli procurerà l'eterna maledizione e la
cacciata: «Che l'uomo continui | ad esistere essere libero | e cosciente»,
autonomia che sovente non sappiarno usare. Il dramma dell'umanità si concretizza
col sottostare alla morte? Dio non è solo giudiee severo, ma anche Salvatore ed
ha assunto la sembianza umana per sgravarci dal peccato subendo il martirio
della Croce. Tavčar analizza le circostanze che si succedono eon quella
chiarezza linguistica e religiosa, frutto di una fede profonda. Si esalta quando
descrive il Regno dei Cieli, inteso come "energia vitale" inserita fin dalla
nascita e che dovrebbe orientare tutte le azionei: «Noi siamo fatti | di materia
vibrante», ma anche pensante, capaci di autogoverno, accettando i principi che
la chiesa ci propina: pregare, pentirsi, creare. «Se la fede | va oltre i limiti
| della ragionei» è necessario adeguarsi. Dopo aver fatto un'anatisi della
nostra realtà, l'autore si chiede; «Che chiesa siamo?» e qui enuncia molte
negatività e sollecita il perdono dato che il mondo al di fuori delle mura nella
chiesa è quello della miseria, dei soprusi, della corruzione, dei vizi. Dio è
sempre consapevole di quello che noi facciamo, è comprensivo, c stimola ad
essere fedeli alla sua legge, pazienti con il prossimo, generosi con chi ha meno
di noi, concretamente non apparentemente occorre mortificare la superbia: «Non
spetta a noi | accusare | condannare: giudicare» c'è na divinità superiore. Il
nostro è tempo di lotte, queste dovrebbero arci incontrare con Cristo. Il finela
di questa raccolta è tutto indirizzato verso l'esaltazione della divinità nei
suoi molteplici aspetti. Tavčar ha elargito utili ammaestramenti per ricondurre
l'uomo sulla retta via.
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Recensione |
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