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Dobbiamo alla
penna di Floriano Cioffi, già autorevole avvocato, un singolare documento di
vita e di ambiente, offertoci (ahimè, dopo la scomparsa) con la pubblicazione
delle sue variegate Storie bolognesi. L’elegante serie
narrativa suggerita dal titolo presenta l’autore, dopo dimessa la toga, nelle
vesti del testimone che, con l’anima del fanciullo e dell’adulto, evoca in
episodi avvincenti il mondo e lo spirito della propria città e della sua gente
operosa.
Sono undici le
novelle di sapore bolognese che destano nel lettore, insieme con la curiosità,
anche il senso di nostalgia di un tempo passato: un “altroieri” di vita
semplice, diverso dalla distrazione odierna quanto ricco di richiami suggestivi
alle care persone e alle piccole cose di un vivere coerente. Così, senza
racchiudersi in stucchevoli nostalgie, lo scrittore ci fa rimpiangere quello che
un tempo era il senso d’una quotidianità capace di suscitare e custodire atti ed
affetti di schietta umanità. Un passato, in pieno contrasto col presente, ci
propone dunque una riflessione per simpatia intorno a realtà ed abitudini in
apparenza sorpassate, ma ricche di valori.
I racconti
vengono ravvivati da ricordi esatti di luoghi, occasioni, personaggi ed amici
che obbligano il lettore a trasferire ogni episodio alla propria storia
personale. Il confronto
riesce spontaneo anche per la varietà degli esempi. Basta percorrere i titoli.
Nel volume non
mancano le sottolineature particolari come, ad esempio, il senso del Natale, per
cui sono indicativi i richiami sia a “Santa Lucia” sia il contorno umano di
personaggi (come il ragionier Mastropaolo, che considerava la ricorrenza del
Natale alla luce di un “piano regali”). In questo ed altri temi l’autore si cala
nel ragazzino di un tempo; vede, pensa, sogna, gioisce nel clima insostituibile
d’una famiglia, dove mamma e nonna assumono senza forzature il compito di angeli
custodi, che fanno sentire l’animo in pace. E’ solo uno degli esempi. In esso,
come in altri racconti improntati a personaggi e condizioni diversi, il
linguaggio fresco e scorrevole ci porta a letture tutte d’un fiato sia per la
piacevolezza delle descrizioni sia per la freschezza delle immagini, l’arguzia
dei commenti, la semplicità e la spontaneità dei giudizi.
Si scorrono con
queste premesse tutte le pagine dei testi, ben commentate anche dalle
illustrazioni di Umberto Sgarzi. Entrano così nel
nostro deposito di ricordi e sentimenti ora il vecchio con tabarro e carrettino
che trasporta un carico pesante, ora la bimba che si accosta al presepe per
ammirarlo, ora la domestica miseramente vestita da cui traspare tanta tristezza,
e via dicendo.
Fra i personaggi
resta senz’altro singolare la raffigurazione di don Luigi, il prete denominato
Kraffen data la sua mole. Tutto il libro
petroniano è pervaso insieme da arguzia, verità e infine poesia. Nasce in tali
forme spontanee il gusto che trascina il lettore lungo ogni evocazione,
trasportando nella propria realtà le infinite suggestioni che i ricordi di
Floriano Cioffi sanno proporre sugli spunti delle singolari Storie bolognesi.
Veramente una bella ed affettuosa comunicazione magica e realistica insieme.
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Recensione |
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