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Manuela Bellodi si
è conquistata, con i propri libri di versi, uno spazio significativo nello
scenario della poesia italiana d'oggi, in virtù dell'uso personalissimo e
intelligente di un linguaggio colloquiale intriso di vocaboli e rime semplici
che però, messi insieme e plasmati con arguzia, manifestano sempre un guizzo
geniale. Lo dimostrano, tra i molti, l'apprezzamento di un lettore del calibro
di Giorgio Linguaglossa e la traduzione estera della raccolta che l'ha
rivelata, Albicocche per i miei ospiti: presto anche la nostra rivista le dedicherà la giusta attenzione.
Qui vogliamo però segnalare il frutto di un
altro dei molteplici interessi della Bellodi, le scienze criminologiche, nelle
quali ha nel 2009 conseguito il diploma di perfezionamento suggellato dalla
tesi ora pubblicata per i tipi di Cleup. Un lavoro sintetico, una settantina di
pagine, e nondimeno accurato e documentato, utile a ben inquadrare il tema della
stregoneria "dall'Inquisizione ai giorni nostri" e a spingere il lettore ad
approfondirne i numerosi e controversi aspetti. L'opera non si limita a
ripercorrere le vicende storiche attraverso alcuni passaggi e processi
esemplari, ma le arricchisce con citazioni letterarie e poetiche di autori e
autrici (Emily Dickinson soprattutto) che non sono un semplice abbellimento alla
lettura, ma parte fondamentale del discorso. Il quale non vuole limitarsi ad una
condanna di ogni Inquisizione antica o moderna che sia, condanna per fortuna oggi
decretata da moltissimi studiosi e da altrettante coscienze, ma piuttosto – in
positivo – affermare il valore della libertà e della personalità individuate
contro ogni coercizione, violenza, sopraffazione. Streghe non furono solo le
donne, che pure pagarono il prezzo più alto, streghe furono tutti coloro (anche
uomini) che manifestarono pensieri e idee sgradite al potere: così accade anche
oggi e nessun luogo del mondo può dirsi al sicuro dal pregiudizio
antifemminile, come dimostra il caso di Helen Duncan condannata per magia nera
nella civilissima Gran Bretagna di metà Novecento.
Più che esprimere cordoglio
per quanto è stato, è importante conoscerne le ragioni e comprendere il valore
dell'individualità e della diversità, un valore che parte dall'uguaglianza per
esaltare, anziché reprimere o schiacciare, la differenza. Tutto questo, e
altro, ci dice Manuela Bellodi in questo libro agile ma importante, la cui
lettura ci sentiamo di raccomandare.
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Recensione |
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