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Dal fondo dei fati
“Spiaggia dei desideri | Spiaggia delle attese | (…) Rischio irrinunciabile” : in questi versi che introducono alla nuova raccolta poetica di Patrizia Fazzi emerge, con la festività di un’immediata epifania, il tema che dà vita all’opera: la scrittura. Insegnante, studiosa di Ottone Rosai e autrice di vari saggi sull’attività letteraria di questo artista, Patrizia Fazzi ha già partecipato a numerosi premi letterari, ottenendo importanti riconoscimenti, soprattutto in seguito alla pubblicazione nel 2000 della raccolta poetica di esordio Ci vestiremo di versi, con l’introduzione di Giorgio Luti. Luti, a proposito di quell’opera, parla di un “trepido diario”, che attraverso i temi dell’amore e del dolore, una poetica di stampo leopardiano (Luti fa riferimento, in particolare, alla teoria del piacere presente nello Zibaldone) e una qualità comunicativa della scrittura, giunge ad indicare nella poesia una “forza salvivifica che batte montalianamente nelle “vene del mondo”, surrogato ineliminabile di quella eternità che fortunatamente ci è negata” e a trasmettere con essa un messaggio che è insieme intimo e pubblico. In Dal Fondo dei Fati Patrizia Fazzi, in continuità con l’opera precedente, si propone un’indagine appassionata della scrittura poetica e delle sue interne motivazioni, come sottolinea anche Giovanna Vizzari nella prefazione dell’opera.
Nella prima sezione, intitolata Per l’anima che è in te, si definiscono con chiarezza, secondo uno schema dialettico che implica la presenza di un interlocutore, il carattere intimo e pubblico dell’opera e alcune preliminari dichiarazioni di poetica, soprattutto nei testi finali di Parole cometa e Risorgeranno parole. Nella seconda sezione, quasi un elogio alla vita di classica memoria, dal titolo latino Vita vivenda, domina il tema del tempo e il suo carattere imprevedibile di “gioco dell’oca”, ma al carattere di sfuggente “meteora” della vita viene ora con decisione contrapposto quello durevole e resistente della poesia. Alla sezione intitolata Il vero viaggio, itinerari attraverso paesaggi che da esteriori diventano interiori, secondo quel meccanismo caro a tanta parte della tradizione poetica per cui “gli occhi filtrano l’anima”, segue Cambio di stagione, parte dell’opera dedicata a quella speranza indefinita del futuro, che trova nella natura e nel susseguirsi delle stagioni la sua piena rappresentazione. Dai toni più interiori e dall’andamento autobiografico si presenta la sezione che dà il titolo all’opera e che si conclude con un’intensa invocazione alla speranza, che ricorda le invocatio di certa poesia classica latina. In L’anima sul foglio e Filo siderale dominano la dimensione memoriale e quella metapoetica, che si combinano l’una in funzione dell’altra, in poesie come La casa inghiottita e Piante cresciute, dedicata ai suoi alunni. In Vento di poesia, ultima sezione della raccolta, è il potere salvifico della poesia a dominare, il suo dare frutti “nella terra di tutti”:
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