La tematica cara ai poeti è il viaggio per eccellenza,
l'introspezione più intensa attraverso il superamento di una serie di tappe o
momenti. Questo libro è un lungo momento dove si snoda la parola fluida con i
suoi ritorni simile alla risacca sul greto. Dove il ricordo è fuso all'analisi lucida della veglia e
all'immagine nebulosa del sogno. Momenti in cui l'estasi accende il ventre di
libidine simile a un forte uragano che scuote il veliero.
C'è l'autosufficienza constatata di un modo di essere e
l'affiorare a tratti del bisogno umano e struggente della vicinanza, affettiva dell'altro: "la tua mano calda
| nella mia fredda |
non lasciarmi la mano | piove da tanto tempo | non so più da quanto". Viaggio
ricco di classiche reminiscenze, il ricorrente mitico richiamo agli dei;
l'attendere nelle spire del silenzio inteso comertvoragine. Il mare è una
componente del nostro inconscio " il mare ha chiamato con la voce della madre",
è annientamento e bisogno di rinascere o dì annullarsi.
La parola da sola può aiutarci a uscire dal labirinto
della nostra vita. Il mitico approdo all'isola, il rapporto di coppia vissuto
fino allo spasimo, la separazione e, come se macchiati da un'antica
colpa, una lunga espiazione peregrinando in mari infidi e terre, ora antiche,
ora attuali tra fabbriche e vapori fino alla catarsi attesa e temuta insieme.
"Avevano cessato di attendere increduli | il compimento di
eventi sublimi | ma ora vere stelle | incombono | veri fragori e catastrofi di
universi | forse la vera voce che chiama | di Dio".
Al di là di classiche reminiscenze e di luoghi comuni, tappe
di ogni artista, ho individuato una consequenzialità di immagini che si
rincorrono ora fatue, ora concrete) non prive di un certo fascino immaginifico
da antica ballata (v. Colerìdge). E' una prosa lirica a tratti. intensa con grida e momenti di
autentica poesia.
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