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L’uomo delle trasparenze - Diario sentimentale

Francesco Alberto Giunta volteggia nel cielo della memoria con le ali di una rondine!

Si intitola L’uomo delle trasparenze - Diario sentimentale il nuovo saggio di Francesco Alberto Giunta, con prefazione di Adriana Bonforte e post-fazione, in quarta di copertina, di Nando Vitali.

In quest’opera l’Autore, (nato a Paternò nel 1925 e residente a Roma), poeta, saggista, giornalista, scrittore cosmopolita, irrequieto cittadino del mondo, sembra volteggiare nel cielo della memoria con le ali di una rondine mentre descrive il tenero battito del cuore dell’ “uomo delle trasparenze”, il cui diario sentimentale si trasforma in un fiume in piena di profonda cultura mediterranea, immensa umanità, rispetto degli altri, con il concetto della sacralità della famiglia e tanta, tanta fede… Un inno alla fede cristiana, vissuta intensamente col cuore e con la mente, vero faro luminoso quotidiano!

Un viaggio dello spirito attraverso i luoghi dell’anima e l’esplorazione dei sentimenti e delle tenerezze più genuine, più intime del Nostro viandante dell’isola del sole.

Il titolo dell’opera fornisce un’esemplare chiave di lettura di tutto il percorso narrativo del testo allorquando l’Autore stesso scrive in prefazione: “I pensieri, trasparenze del vivere sereno, cauto, guardingo, ci vennero presto a trovare e con essi ci imbarcammo e salpammo l’ancora. Cominciò l’ardua scommessa con la vita!”.

Sono delle pagine calde, accorate, che ruotano attorno al mistero dell’amore e della religione, la bussola per l’uomo “viaggiatore solitario sul mare di nebbia”, con una fede immensa, sola o condivisa con gli altri, dove “la preghiera lo soccorre, ristoratrice di vita e fonte di fortezza; e lui si acquieta e la gioia del futuro si fa strada!

L’uomo delle trasparenze appare come un Ulisse contemporaneo che, giovane vagabondo assetato di cultura, nel suo brogliaccio dei viaggi per il mondo, in cerca della conoscenza e del sapere europeo, ritorna alla sua Itaca del cuore, ricco di esperienze che gli faranno comprendere, nel corso della vita, bene e meglio le sofferenze altrui con un grande spirito cristiano di accettazione.

Il saggio è un viaggio, attraverso le “trasparenze di un’anima inquieta” di un uomo che prova uno sconfinato amore per la sua famiglia, sia quella d’origine che la nuova creata insieme alla sua Lulù, la moglie Letizia, instancabile ed encomiabile compagna di vita e di viaggi, perla dentro una conchiglia, epicentro di grandi affetti in un’intensa vita matrimoniale, che conduce sempre per mano l’uomo del suo cuore, il capo tribù, con i figli ( Valeria, Giuseppe, Claudia, Roberto e Stefano) che fanno da corona… “perle che incastonano il nostro mondo interiore e stelle che brillano sul nostro cielo di genitori e di educatori!”

Spesso durante la descrizione dei luoghi visitati nel mondo o relativi alla sua isola viene fuori il dolce palpito del linguaggio poetico, originale, sincero, profondo, genuino, un’ affascinante realtà culturale ricca di quei valori che si intrecciano con la cultura siciliana ed in special modo con quella di Paternò, una città che, per le sue antiche vestigia, ha sempre evidenziato la propria identità storica.

In quei brani l’uomo diventa un involucro dell’anima ed i viaggi per il mondo diventano ricordi lontani, un vero viatico per combattere la propria irrequietezza interiore, viaggi che coinvolgono Francesco Alberto Giunta intento a raccontare il suo passato attraverso un diario sentimentale, dove egli sente il canto delle sirene e và lungo la rotta della sua nave, seguendo la voce del cuore, dei sentimenti di un poeta che vagabonda in cerca della fonte della conoscenza, del sapere universale, della pace nel mondo!

Nel testo c’è tutto un “mondo lontano” visto con gli occhi di un uomo che riesce a descriverlo senza mai separarsi dal cuore di uno scrittore versatile, di alto profilo, che avverte il frastuono del temporale quando… il soggetto protagonista che parte dall’isola incantata ma… non fugge, ricorda la perdita dei propri genitori, un vero filo della vita di Francesco Alberto Giunta, uno scrigno pieno di vicende vissute, dove sentimenti e sogni si alternano nella vita di un uomo, dai sentimenti universali tanto duraturi da non essere ostacolati neanche dal pensiero della morte!

Gli appunti vergati nell’ultimo decennio, con i ricordi che affiorano, sembrano un vero “diario di bordo” altamente autobiografico di uno scrittore straordinario, raffinato, sorretto da una forte tensione etica; brani che ci permettono di penetrare a fondo nel delicato problema della famiglia con il rapporto genitori-figli, di conoscere interiormente il cuore dell’Autore che si avvia verso i viaggi nati dall’ansia della conoscenza di “un ragazzo fattosi uomo”, l’uomo errante che va per il mondo con una valigia rotta del vagabondo, che ritorna immensamente legato ai valori della famiglia meno moderna dell’attuale, con quell’amore così grande che lo lega ai nonni, ai genitori, tanto che “ancora oggi nei giorni in cui la tramontana batte al suo cuore, Francesco Alberto Giunta invoca il nome del padre e quotidianamente dialoga con la madre che viene a fargli compagnia in sonno e considera le date della loro scomparsa terrena come indimenticabili date d’amore scolpite nel cuore”.

Altamente toccante è il rapporto padre-figlio che l’Autore avverte verso il padre, quando, dopo la laurea conseguita all’Università di Catania, giovane borsista frequentava la prestigiosa Università Cattolica di Lovanio e l’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aja, indossando il cappotto del padre non per tutelarsi dal freddo ma soprattutto per sentire in modo epidermico il calore paterno…!

Profondamente umana e drammatica nello stesso tempo la descrizione della madre che muore il giorno dopo la festa del suo compleanno! … “Così è passato un giorno che ebbe tutti i crismi della gioia, del piacere di rincontrarsi, della sottile mutabilità della vita. Mamma ci ha lasciati il mattino venuto, subito dopo la festa, senza una parola e, senz’altro addio che il sorriso e le parole delle ore precedenti, a me, figlio senz’altro privilegiato, ha lasciati in dono il sapore del suo bacio e il profumo della sua bocca!”

Pagine di genuina cultura europea, che hanno il sapore ed il profumo della Sicilia, crocevia del Mediterraneo…che narrano le avventure di un uomo europeista convinto che, nella sua trasparenza dell’anima, del pensiero e delle azioni, ha vissuto in un particolare momento di fermenti-socio-culturali che il Paese e l’intera Europa attraversavano dopo la seconda guerra mondiale e prova nostalgia ritornando a visitare i luoghi in cui era stato da studente, sulle tracce del “travaglio di un giovane che voleva scoprire cos’è l’umanità fuori dai confini del suo piccolo mondo”.

Nel diario sentimentale, “in cui trasuda l’universo dello scrittore”, non poteva mancare un pizzico d’ironia rivolto ai rapporti con i nipoti... “Ah! I nipoti e nipotini; gli uni e gli altri ti allietano la vita. I primi con i loro audaci o timidi abbozzi di storie o di avventure…Con un nipotino, sempre allegro ed assai sveglio ho inventato un gioco che lo diverte…Io sarei un principe e lui soltanto un suddito con molti doveri e pochi diritti se non quelli concessi, di volta in volta, dal principe sovrano. Un gioco che lo diverte tanto, conscio che chi si diverte di più è il nonno. Ed è la verità!”

Così và il mondo! Adesso sono trascorsi oltre ottanta anni ma “lo scrigno dei ricordi” di Francesco Alberto Giunta, ambasciatore in Italia e all’Estero della nostra sicilianità, è rimasto legato a quel mondo ricco del corretto vivere civile, tramandato da padre in figlio; un bacio allora non si dava per pudore ma si avvertiva solo nel cuore e le parole più belle, rivolte ai propri figli, erano quelle mai dette…, i baci più belli quelli mai dati!

Se chiudo gli occhi mi sembra vedere giocare l’Autore con i nonni di Paternò negli anni Trenta, con “mille e mille ricordi d’infanzia” e non solo…!

Recensione
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