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Agile il breve romanzo "Fuori dal nido" di Eleonora Bellini
che racconta il difficile approccio dell'adolescente Elena con i misteri della
vita, in particolare quelli legati alla malattia, e alla morte. Ed alla paura
che queste due presenze portano fatalmente con sè. Elena è come un pulcino senza
nido: il padre sempre assente, la madre che vive in un mondo un po' fuori dal
mondo, un misterioso "Zorro", il giovane motociclista che la incuriosisce e un
poco anche la preoccupa. E poi l'amico di mamma, ma soprattutto la nonna che
vive in campagna, personaggio concreto, mai invadente, e tuttavia l'unico vero
punto di riferimento per la ragazza che si sta affacciando al mondo.
L'assenza paterna si fa sentire in modo forte e niente può
riempire questo vuoto, come spesso accade per i figli di genitori separati.
Naturalmente c'è l'amicizia dei compagni di scuola e dei gemelli Rita e
Vitaliano con i quali, attraverso ripetuti dialoghi si tenterà di chiarire che
cosa sia in realtà l'amore. Elena suo malgrado si sente sperduta, priva di
ancoraggi. Ed ecco riaffiorare la paura, l'insicurezza, il timore di non essere sufficientemente capace, non solo a scuola. Ma ci sarà una
svolta drammatica che le cambierà la vita, rendendola precocemente adulta.
Mentre anche nel suo incerto futuro si aprirà alla fine un imprevisto segno di
speranza. Che viene di lontano.
La storia di Elena somiglia a quella di tante altre
adolescenti che si trovano ad affrontare il mondo degli adulti, senza il loro
aiuto. "Fuori dal nido" però, è un racconto immaginato o reale che sia, che
Eleonora Bellini ci propone quasi come una favola di oggi. Non senza qualche
accento poetico.
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Recensione |
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