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Le stagioni dell'uomo sono spesso cariche di dolorosi ricordi e disinganni, di "ritorni" ove si innesta la memoria di un preciso vissuto intimo..La raccolta di versi Ripercussioni esistenziali di Francesca Luzzio ci dice proprio questo. Ce lo racconta con colori e sfumature che si innestano in un tessuto romantico, mai scontato o di maniera, costruito su spunti suggeriti da una autobiografia ideale. Si intuisce nella sua poesia l'aspirazione a confrontarsi con il mondo, con le sue storture, violenze e prevaricazioni: "Si apre l'anfora del tempo | e mi racconta di eventi tristi e lieti..." (Dialogo con il cielo). Ma la fiducia, o meglio la speranza, che la realtà possa divenire accettabile esplode, quasi una liberazione, come tentativo di riacquisire i valori mitici dell'infanzia: "Rimetto le ali | metaforica essenza di me bambina | e volo lasso | tra le perle che brucano il cielo." (Liberta).

Le emozioni si rincorrono, come gli accadimenti e le evocazioni dei momenti felici e non; rimembranze che hanno lasciato tracce indelebili nell'intreccio mnemonico dove il tempo ha scavato con violenza. Ed ecco che tra "gli sbiaditi acquerelli | senza nome | scorre lento il tic tac del pendolo." (Empatia settembrina).

Nella quinta ed ultima sezione della silloge, dal titolo L'immutabile società, c'è un duro sfogo contro il meccanismo economico del potere che ci considera nulla più che piccole "molecole sociali". E' rifiuto di quel perverso impianto burocratico del quale le istituzioni non possono o non sanno privarsi.

Nelle Ripercussioni esistenziali della Luzzio è quindi sempre presente il disegno di un mondo oltremodo complicato e difficile. Segnato però da una solida speranza.

Recensione
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