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Quasi un giallo e certamente di grande interesse la nuova opera di Lucio Zinna: Il caso Nievo. Morte di un garibaldino.

Il laborioso volume investe la: vicenda della ‘spedizione dei Mille’ avvalendosi di una vasta bibliografia , ma anche di personale, attenta esplorazione di documenti riguardanti l’impresa, da lui scoperti o riconsiderati, in nuova luce, a darci un quadro completo e particolare di tutta l’operazione militare.

Ne esce un ritratto dell’autore de Le confessioni di un ottuagenario che in origine avrebbero dovuto titolarsi Le confessioni di un italiano. All’alone di eroe garibaldino, in camicia rossa, al seguito di Garibaldi, e a quello di scrittore e poeta, si unisce quello di re-sponsabile della Cassa dell’Intendenza di Finanza, in veste di Vice Intendente, per tutta la durata della spedizione.

Interessanti quindi la ricostruzione della discesa al Sud dei Mille le mille sfaccettature della vicenda che alle molte luci uni qualche piccola ombra, in personaggi che cercano profitti personali.

Nievo ci appare nella sua statura morale: un uomo coraggioso, onesto difensore dell’onore suo e del generale Garibaldi, mentre quasi rocambolesca è la storia della cassa trasportata, che conteneva tutto li denaro necessario al finanziamento della spedizione, cassa appoggiato alla quale, più volte, per la sua sicurezza, dormì Ippolito Nievo.

Non mancano per il lettore colpi di scena come l’atteggiamento di alcuni generati borbonici di fronte all’avanzata dei ‘mille’ e di una parte della popolazione meridionale ma non vo-gliamo andare oltre per non togliere il piacere della scoperta. Molte cose Zinna ci racconta, documentate, che certamente non troviamo sulle pagine scolastiche.

“Il Caso Nievo” ricostruisce in paziente lavoro poliziesco, tutta l’operazione militare. Dà conto delle trasformazioni avvenute a seguito di essa, mentre Nievo rimase a Palermo fino al suo imbarco per il ritorno al nord, sull’Ercole, una nave che si inabisso senza che nessuna traccia restasse di essa. Un mistero accompagna la fine del grande scrittore e, con lui di tutta la documentazione dell’Intendenza di Finanza al Sud, custodita in numerose casse imbarcate sull’Ercole.

La narrazione evidenzia la solitudine di Nievo in una terra nuova amata per se stessa, non per i suoi abitanti di cui non è riuscito a comprendere il carattere, nonostante le numerose frequentazioni avvenute.

Mette in luce la sua malinconia, pur in mille occasioni di vita sociale, nelle lettere che lo scrittore indirizza a Bice, la cugina, che occupa un posto particolare nel suo cuore, forse in un amore senza possibilità.

Il volume porta una premessa dell’autore che esplicita il suo metodo di esplorazione dei documenti, mentre è arricchito da una nota di Rodolfo Di Biasio. Altresì rilevante riteniamo lo scritto editoriale in quarta di copertina che attribuisce. “Un’inchiesta con voce narrativa su un inquietante ‘giallo’ della nostra storia risorgimentale: il naufragio dell’Ercole (in cui nella notte dal 4 al 5 marzo 1861 perì Ippolito Nievo) che trasportava le casse con i rendiconti di gestione della Spedizione dei Mille e dell’Esercito Meridionale…”

Un’opera, questa di Zinna, che non dovrebbe mancare ai cultori di storia e agli appassionati di letteratura, perché Nievo è uno dei più validi e innovativi scrittori dell’Ottocento.

Recensione
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