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È il dialetto del paese
nativo, Rionero in Vulture (Pz), la lingua scelta da Gennaro Grieco per
esternare e comunicare, nella raccolta di poesie Lu cunt’ r’ lu frat’ (Il
racconto del fratello), le emozioni, le riflessioni, i ricordi suscitati da un
evento particolare: il matrimonio del fratello. L’uso del dialetto sembra
voler denotare la volontà, dell’autore, di rinsaldare e ribadire il legame con
le persone e i luoghi con i quali ha condiviso gli anni dell’infanzia e
dell’adolescenza.
La casa dove è cresciuto, il
suo paese e il paesaggio lucano entrano a far parte del suo mondo poetico in
modo naturale e appaiono, essi stessi, dotati di una forte personalità che
forgia e influenza le peculiarità caratteriali dei singoli individui.
Le figure dei componenti della
famiglia, degli amici con cui ha condiviso le prime esperienze di gioco e di
vita, tornano a galla dal suo universo interiore per catapultarsi nel presente e
diventare personaggi principali di un racconto – Lu cunt’ –. In alcuni casi i
loro contorni sono definiti da nomi propri, in altri dal profilo psicologico o
da particolarità fisiche, come per renderli più concreti e definiti. Si
delineano così i ritratti della mamma, Rosinella, di alcuni amici e dei
Zannarìdd (soprannome della sua famiglia).
Il poeta, a tratti, dà al suo
vissuto le caratteristiche di una fiaba raccontata in versi. La coloritura dialettale,
riesce a creare la sensazione di trovarsi, seduti al canto del camino, ad
ascoltare Lu cunt’ r’ lu frat’ narrato da un fratello maggiore, affettuoso e
premuroso, a quello più piccolo, entrambi protagonisti principali della storia,
la loro storia.
I posti in cui sono vissuti
fanno capolino nei versi della seconda sezione, dopo che la prima offre un
ritratto delle persone; “nu pascon” (un immondezzaio) diventa incredibilmente un
luogo dove si scopre il mondo e dove la voglia di giocare e inventare dei
bambini ha la magia di trasformare tutto con la fantasia.
Nella terza e ultima sezione,
con un pizzico di ironia, Gennaro Grieco, conclude il suo racconto parlando
dell’evento imminente e facendo i suoi auguri.
Non mancano nelle trenta
poesie della raccolta, composte da due strofe di sei versi, altre tematiche e
considerazioni: l’importanza del legame del sangue; il ricordo di particolari
giochi, rumori, cibi e sapori di altri tempi. Gli elementi naturali, le
montagne, i fiumi, il vento, le fragole con le loro sfumature entrano nei versi
del Grieco rendendoli poetici, lasciano scivolare sprazzi lirici tra parole ed
espressioni confidenziali e prosastiche conferendo così all’insieme un andamento
più armonioso.
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Recensione |
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