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Emozioni e flash visivi da
preservare sono racchiusi nelle poesie della raccolta Zuccheri e veleni
di Antonella Timpano. La parola, limpida e lineare, racchiude pensieri poetici
legati all’urgenza di lasciare un’impronta scritta che fermi momenti particolari
o di esprimere sentimenti nutriti nei confronti di persone, per lei davvero
importanti.
La natura diventa oggetto
privilegiato di contemplazione e si insinua delicatamente in strofe di breve
lunghezza, che come istantanee, esaltano momenti del giorno, “Il mattino”,
paesaggi, “Dune”, elementi “Scirocco”, piccoli e grandi dettagli, “Il fiore
solo” o “L’incoronazione di un albero”. Essa si propaga, anche in versi di
poesie dove sono presenti tematiche diverse, assumendo caratteristiche
metaforiche, per delineare meglio sia gli stati d’animo sia i sentimenti, della
poetessa,“Voglio per te | esser scoglio e marea...” (p. 13).
L’amore, elargitore di
“zuccheri e veleni”, appare con la forte pregnanza della passione, per poi,
scomparire sommerso da incomprensioni e... per poi di nuovo apparire, in
un’altalenante via vai, che muta col passare del tempo.
Non è solo l’amore ad essere
caratterizzato da due opposti sapori lo è anche la vita, con i momenti di gioia
e di dolore, di perdite e di conquista. Antinomie che si ritrovano nelle due
poesie “In morte di Laurence” e “Sala parto”. La nascita e la morte, sono
momenti carichi di così tante valenze, che scatenano nell’essere umano tempeste
di sentimenti e impongono alla ragione di soffermarsi per riflettere.
Antonella Timpano, chiude la
sua prima raccolta, con una breve poesia, dedicata al momento in cui una nuova
vita sboccia, e, che racchiude nelle sue parole, un’apertura verso un futuro più
denso di emozioni e sentimenti positivi.
La poetessa, con l’esperienza
della maternità, diventa soprattutto una donna; donna, che sarà capace di
guardarsi intorno con occhi nuovi, per aprire orizzonti più ampi ai pensieri, e
forse, tradurli in linguaggio poetico ancora più ricco di significati.
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Recensione |
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