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Testimone d’amore oltre ad essere, nel suo ameno ed eloquente significato iconico, esplicito fil rouge del romanzo, testimonia che l’Autrice sa presentarsi non solo nella consolidata veste di ricercatrice storica e narratrice di racconti ma altresì nella meno consueta, e tuttavia riuscitissima, dimensione di produttrice di romanzi, esprimendo narrativa ad ampio respiro.

Non poteva non essere il presente romanzo alimentato dalle nozioni di storia reale, personaggi a parte. L’invenzione letteraria applicata ai vari interpreti, conservando la base di una storiografia documentata e soprattutto di stretta pertinenza ad una certa dislocazione geografica, che pone in primo piano l’area ferrarese del bondesano, connota un topos narrativo di lapalissiano realismo. Un ritrovato verismo, direi, alla siciliana – si pensi a Giovanni Verga e a Luigi Capuana.

Diversi i protagonisti. E varie sono le trame. Almeno cinque storie d’amore si alternano in cadenze ponderatamente scaglionate, metodicamente pensate. Se si trattasse di un’ unica vicenda amorosa, limitata ad una sola coppia di amanti – coniugi o comunque coniugi in potenza, perché eticamente pulita ne è la rappresentazione – si parlerebbe senz’altro di love story. Siccome le coppie di amanti sono più di una, la variegata valenza del rapporto amoroso offre la poliedrica realizzazione di più love story in una love story finalisticamente principale. Grazie ad una sua logica continuità generazionale le storie si saldano nel simbolo della testimonianza proposta dal titolo del libro. I singolari intrecci amorosi, che giocano nel compitare le trame, sono marginalmente, ma in maniera determinante, collegati ad un quadro raffigurante la Madonna della seggiola di Raffaello. È il testimone d’amore che timona la narrazione. Sorta di pegno lasciato in eredità dai genitori ai figli e da questi ai loro conseguenti figli, per più passaggi. I protagonisti in amore sono Antonio ed Elvira, Alfonso ed Erminia, Fabrizio e Carlotta, Achille e Rachele, Roberto e Laura. Talora, tra coppia e coppia, compaiono ulteriori figure di coniugi o amanti.

L’Autrice vuole, tra l’altro, dare risalto all’emancipazione della donna. A partire dal 1850 sino ad arrivare al 1946, incipit e prologo storici del romanzo, ci è data attestazione, nelle documentate pagine del libro, ad un continuo progresso dei loro diritti civici, e più in generale civili. Un’evoluzione della quale non si può fare a meno di prenderne favorevolmente atto.

Recensione
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