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L’Autore, generale dei
Carabinieri in congedo per sopraggiunti limiti d’età (per un civile si
parlerebbe di pensione), narra di se stesso, pur celandosi dietro il fittizio
nome di Gianni Calice. Due anni fa era già uscito con “L’ Arma nel cuore”, per
gli stessi tipi editoriali.
Qui sono rievocate, in
altrettanti appassionati racconti, venti esperienze vissute negli anni di
carriera dell’ufficiale.
A ragione della competenza e
soprattutto dell’alta professionalità dell’interprete, quanto potrebbe avvincere
in azione, diventa ulteriore modulo per una lettura meditativa circa il ruolo
effettivo delle Forze dell’Ordine. E, consideratane la diretta implicazione,
emerge l’umana determinazione, intesa come fatto psicologico, morale nonché
umano, oltreché deontologico, del singolo militare chiamato ad assolvere alle
sue principali consegne, di difesa delle istituzioni e del cittadino, e più in
generale della Patria, garantendo la giustizia nel rigoroso rispetto delle leggi
dello Stato.
Spunto del titolo è stato
tratto da un articolo di Indro Montanelli, uscito sulle pagine della testata Il
Giornale, “Poliziotto allo specchio”, riportato ad appendice del libro.
I contenuti si affiancano alle
varie fiction televisive (ricordiamo, quale più emblematico esempio, la
serie, che riscosse ampio successo di ascolto, sul Maresciallo Rocca) e
cinematografiche (ad es. “Il tenente dei Carabinieri”). Mentre per similarità
artistica occorre fare riferimento a tutta una congerie letteraria, fra cui la
più consona opera potrebbe essere il libro “I racconti del maresciallo” del
rimpianto scrittore e regista Mario Soldati.
Tuttavia, come anticipato,
rispetto alle summenzionate produzioni, televisive, cinematografiche e/o
letterarie, la presente opera coinvolge il lettore a tal punto che penserei lo
potesse rendere perfino partecipe delle vicende descritte dall’Autore, tutte
assolutamente reali, in quanto ne solleciti un comune ed innato senso
d’appartenenza ad una Nazione, l’Italia.
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Recensione |
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