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“Venti dell’anima” è una plaquette-premio (terzo posto Premio “Città di Monza” 2003 – sezione giovani) di una dozzina di poesie nelle quali, effettivamente, la giovane Cassandra Venturini (non ha che diciott’anni!) “sussurra ai cuori il giovane vento della sua anima” – dalla prefazione.

Delle poesie di questa veloce silloge ne ho riconosciute alcune, tra cui un paio di veramente interessanti, che non per niente le hanno fruttato diversi primi premi: “Il quinto elemento” e “L’angelo”.

Riterrei estremamente valida sul piano stilistico ed estetico nonché dal punto di vista esistenziale anche “Sarai uomo”.

Che cos’è, in sostanza, la poesia per questa poetessa in erba? Lei stessa ce lo svela nei suoi icastici ed assiomatici versi: “è il mio sentire, | il soffio del vento, | il mormorio del mare, | il pianto di un bimbo […] | l’azzurro del cielo, | il verde maestoso dei monti, | il quadro della vita […] | una melodia della natura, | una musica del cuore, | il sorriso della speranza” (Come poesia).

Cassandra ha probabilmente ereditato dalla madre un autentico talento, che contraddistingue entrambe, più in generale letterario ma soprattutto, ed eccezionalmente, poetico. Notevole è il suo sapersi destreggiare nei meandri delle emozioni. È il tocco di una fata, per la peculiare delicatezza descrittiva che ne esalta il linguaggio. E senza dubbio, nonostante l’handicap dell’età, dimostra una maturità sorprendente, esplicando una piattaforma filosofica dalle più svariate e complesse teoretiche.

Recensione
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