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Questi racconti sono un po’ una rivelazione, un appassionato succedersi di fatti, di piccole scoperte; uno slancio e un volo orientato verso la profondità e verso l’Alto. Perché qui è facile trovare amore, interesse, sensibilità, passione, conoscenza umana... Questi racconti presentano una loro particolare ricchezza e si fanno leggere con entusiasmo, perché non vengono meno alle aspettative del lettore, essendo carichi di pregevoli sentimenti, scritti molto bene, pieni di luce e di una straordinaria forza coinvolgente. Ogni pagina, del libro è una parte attiva della memoria che registra il tempo, le immagini, i panorami, i suoni, le passioni che determinano la nascita di queste storie che entrano silenziosamente a far parte delle nostre personali storie di vita. Certo, questo di cui Rino Piotto parla, è un mondo lontano, sconosciuto ai più... Ma è anche tutto un mondo nuovo di sensazioni nuove che vanno vissute, provate, analizzate. Giusto come fa l’autore, che raccoglie nella sua mente tutti i ricordi e li depone nel suo cuore. Scampoli di realtà e di sogni, un microcosmo personale che egli custodisce con passione e con amore, un microcosmo in cui si muove con naturale sicurezza. Rino Piotto fa in modo di far “vedere” quel che lui vede e di far “sentire” quel che lui sente. Il suo occhio si ritrova sempre in perfetto accordo con l’udito e con la parola e con il movimento del pensiero che ne colpisce l’evoluzione.

Rapidità d’espressione quasi pittorica, visibile, di un uomo sempre alla ricerca non solo di nuovi panorami, di nuovi incontri con altri abitanti del nostro sterminato universo, ma un uomo votato – prima di ogni altra cosa – a conoscere meglio se stesso per essere poi in grado di conoscere e capire gli altri. Sempre desideroso di scoprire nuovi mezzi d’espressione, forse perché è sempre un po’ difficile tracciare una trasposizione della mente e farla scendere, pienamente, sino in fondo all’anima!

Perché ci sono anche le descrizioni di usi e costumi, di scene religiose che i vari popoli del nuovo mondo hanno racchiuso entro tradizioni mistiche e plastiche composizioni pittoriche, cioè al colore, trattando soggetti nella Letteratura nostrana, con un effetto di stile.

Le scoperte di vita di Paesi sconosciuti, sono sempre affiancate a sconvolgimenti epocali, anche perché, con questi Canti del nuovo mondo che Rino Pilotto così abilmente descrive, si perviene ad un amore sviscerato per tutto ciò che è lontano da noi, dalle nostre usanze, dai nostri costumi, dal nostro vivere stesso. E leggendo questi racconti, ci si rende conto che in essi esiste un lirismo astratto, ma fortemente presente, perché l’autore dà una stupenda interpretazione del suo narrare, così che sa anche esprimere qualcosa che va “oltre” il significato dei contenuti, creando così, nel lettore, uno stato emozionale particolare. Praterie verdi, spiagge bianche, immensità d’oceani, palme sventolanti al vento, cieli talvolta apocalittici, che fanno proprio presentire questo movimento di quasi drammaticità, spingendo l’autore a rappresentare un’umanità fuori da se stessa. Ma egli esprime con forza quasi passionale, anche la molteplicità delle sue emozioni e di ciò ne parla in questi racconti, dove si muovono esseri umani. E deve essere ben chiara la loro presenza in queste parti del mondo a noi spesso sconosciute.

Lo scrittore Piotto ci parla di molte cose e, attraverso le sue parole, anche per noi si aprono nuovi orizzonti.

Poi, alla fine, è la traiettoria stessa del destino umano che annuncia i canti del nuovo mondo e, tramite il canto, si consolida la liberazione dell’uomo, sempre avido di conoscenza. E tutto prende un aspetto chiaro, di cui si può dare un’esatta definizione. Perché un mondo, apparentemente con poche speranze, possa continuare a vivere, pur nel turbinio pauroso di tante miserie.

Recensione
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